I giallorossi pareggiano in casa contro l’Ascoli per due a due. A segno Totti, Mexes, l’ex Delvecchio e Bjelanovic. Il capitano sbaglia un rigore
Articolo Numero:13580 del 26 Ottobre 2006
Roma, Una partita iniziata male e finita meglio di quanto si potesse sperare. E' questo, in sintesi, il succo di Roma-Ascoli, match che la squadra giallorossa avrebbe dovuto far suo con facilità secondo i pronostici della vigilia e che invece è riuscita a recuperare solo in extremis grazie ad un gol in fuorigioco di Philippe Mexes, giunto, per altro, in pieno recupero.
E dire che la partita non era iniziata male, anzi. Spalletti rispolvera per l'occasione il 4-2-3-1, il modulo dei record, con Montella unica punta appoggiato da Taddei a destra, Perrotta centrale e Totti a sinistra nell'inedito ruolo di vice-Mancini. La formula tattica, nei primi minuti sembra funzionare. Pronti via e la compagine capitolina schiaccia subito l'Ascoli nella propria metà campo, sfiorando più volte la rete. Al primo minuto Montella e Perrotta si disturbano a vicenda ciccando il pallone a pochi metri da Pagliuca. Un paio di minuti più tardi è di nuovo l'aereplanino giallorosso a sfiorare il gol, con un tiro cross che si stampa contro il palo. Al quindicesimo poi, Panucci colpisce di testa a botta sicura costringendo Pagliuca alla prodezza. Sembra il prologo di un copione già scritto. L'impressione è che la Roma possa infliggere da un momento all'altro il colpo ferale ad un Ascoli che appare in grossa difficoltà.
Ma, tanto per abusare di uno dei luoghi comuni più diffusi, il calcio è bello proprio perché è imprevedibile. E' così capita che, quando meno te lo aspetti, sia proprio la formazione marchigiana a passare in vantaggio grazie a Super Marco Delvecchio. Il numero ventiquattro bianconero, acclamatissimo prima durante e dopo il match dai suoi ex tifosi per i suoi trascorsi in giallorosso e per le sue prodezze mai dimenticate nei derby, va a realizzare il più semplice dei gol, insaccando di testa al limite dell'area piccola, dopo aver sfruttato una disattenzione della “strana coppia” Ferrari-Taddei. Super Marco non solo non esulta ma sembra quasi dispiaciuto,mentre i suoi ex tifosi continuano ad osannarlo nonostante la rete realizzata.
E qui la Roma si inceppa. I giocatori sembrano incapaci di trovare la posizione giusta e si riversano nella tre quarti ascolana senza una logica di gioco ben precisa, finendo quasi sempre, per sbattere la testa contro la difesa bianconera. Poi arriva la svolta. Al 5 della ripresa Totti va via in dribbling e viene steso al limite dell'area. Punizione a due, Pizarro tocca per il capitano che insacca con un violento destro sotto la traversa. Tutto risolto? Neanche per idea. Passano pochi minuti e l'Ascoli si riporta in vantaggio grazie ad un colpo di testa di Bjelanovic, da poco subentrato a Delvecchio. Tutto da rifare, dunque, per la banda Saplletti che però avrebbe la possibilità di pareggiare immediatamente i conti. Totti, sempre lui, viene steso in area di rigore e l'arbitro concede la massima punizione. Si incarica della battuta lo stesso numero dieci giallorosso che però si fa ipnotizzare da Pagliuca che devia il forte tiro sulla traversa.
Da quel momento in poi la partita prosegue così come era iniziata, con la Roma ad attaccare in maniera continua ma disorganizzata e l'Ascoli pronto a ripartire in contropiede. Spalletti le prova tutte, gettando nella mischia Vucinic all posto di uno spento Montella, ma l'inerzia della gara non cambia. Poi, nel primo minuto di recupero, l'episodio che mette la parola fine all'incontro. Violenta punizione di Totti dal vertice destro dell'area di rigore, Pagliuca non trattiene e Mexes è lesto a ribadire in rete la corta respinta del numero uno bianconero. L'Olimpico si infiamma, i tifosi credono nell'impresa. Ma è troppo tardi.
Per la Roma è il secondo pareggio interno consecutivo, troppo poco per una squadra che ha ambizioni da primato.