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Roberto Vecchioni

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2006 13:14
15/11/2005 02:32
 
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Vecchioni, Contastorie in un'Italia avanspettacolo
Un CD con incluso volumetto documenta una tournée dal sapore di jazz. Dove il finale della favola spesso cambia...


Un Vecchioni musicalmente scarnificato fino a un pianoforte e un contrabbasso è il protagonista di Il contastorie, album live che riprende il recente tour con Patrizio Fariselli (Area) e Paolino Dalla Porta, piano e contrabbasso appunto. Insieme al CD c'è un volumetto molto curato che contiene quattro favole riviste da Vecchioni, anticipazione di un libro per Einaudi previsto per aprile. Titolo: Diario di un gatto con gli stivali. E da metà novembre la tournée riparte, con l'ausilio della fondazione Gaber e con le favole che si alternano alle canzoni. Tutto questo è stato presentato (con conferenza stampa ed esibizione dal vivo immortalate in un "Instant DVD") in un posto di Milano a caso, per Vecchioni: San Siro. "E se qualcuno dice che è banale, retorico, io dico che a me va bene così. Stasera poi c'è anche la nebbia, che a San Siro da un po' non si vedeva".

Il trio con Fariselli e Dalla Porta
Alla fine della tournée del 2004 ho capito che non ne potevo più di arrangiamenti perfetti e di mille strumenti. Ho deciso di tornare all'essenziale. Sono ripartito dal silenzio, per avere interpretazioni più libere. E poi la musica leggera - anche se a me questo termine non piace e preferisco dire "lieve" - può ricevere moltissimo dal jazz. Fariselli e Dalla Porta sono dei grandissimi musicisti, con loro sono a posto.

Il tour e il disco
Passo un bel periodo, sono contento. Ai concerti abbiamo sempre avuto un bel pubblico, anche se non c'erano dischi in promozione. Il corpo dello spettacolo era fatto da favole e canzoni e il disco non poteva essere diverso.

Il CD e il volumetto allegato
Oggi il CD ha bisogno di valori aggiunti. Sapete quanto sia copiabile, "fregabile". Bisogna fare del CD un oggetto, trovare un modo non raffazzonato per dargli valore. Per me tutti gli oggetti di cultura sono importanti, non mi piace mescolare, scaricare. E' tipico di quelli della mia generazione.

La favola
La favola è un archetipo, è alla base dei sogni, delle paure. Ma è un archetipo che ha sempre un finale rassicurante, che però si può cambiare. Questo mi sono divertito a fare. La favola è qualcosa di popolare e in quanto popolare è variabile, anche perché spesso non è scritto. Con altri tipi di opere non si può fare, a meno che non siano parodie. Ma queste non sono parodie.

Canzoni "mediali" e non
Nelle canzoni ho sempre sentito l'esigenza, magari per scontentezza, di cercare il contrario del contrario, una controprovocazione. Questo per quanto riguarda i temi sociali, ma anche in quelli d'amore preferisco cercare l'eccezione, giocarci, anche se spesso eccezione non è. La canzone spesso è "mediale", né a destra né a sinistra, né in alto né in basso. Poi, certo, ci sono canzoni mediali bellissime. Anche Samarcanda e Luci a San Siro sono mediali. Ma io godo quando scrivo una canzone su Dio come La stazione di Zima.

L'unico inedito del disco
E' un brano di Jacques Brel che ho tradotto come Le stagioni del sole. Il titolo era Le moribond. Parla dell'addio ma è un inno alla vita, perché la vita sconfigge sempre la morte. Ho sempre adorato quella canzone, che fra l'altro ha venduto un milione di copie ma in Italia non è mai arrivata. Da tempo volevo tradurla, ho cambiato molte cose ma ho lasciato il cuore della canzone. Un po' la stessa cosa che ho fatto con Vincent.

Il sindaco di Milano
Io desidererei una donna. La sindacalista Susanna Camusso, Lella Costa, anche Milly Moratti. Dario Fo invece è troppo ideale, è troppo "lassù", non lo mescolerei con le cose pratiche. Ferrante credo che abbia abbastanza il polso e io poi non capisco perché la sinistra non debba avere la legalità come valore. Purché non sia sopraffazione, certo.

I disordini in Francia
In Francia tutto sembra sempre come un film d'autore, un film di Malle. In Italia invece qualunque cosa sembra sempre avanspettacolo.
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