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Paola Turci. Tra i fuochi in mezzo al cielo.

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2006 16:02
29/11/2005 10:11
 
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“Tra i fuochi in mezzo al cielo” di dicembre c’è la profonda musica d’autore di Paola Turci. La cantautrice romana ritorna in Sardegna con una minitournèe per presentare il suo nuovo album tutto di inediti, intimo, istintivo, un viaggio verso zone emotive sinora inviolate, un duro lavoro risultato di una profonda introspezione. Tre concerti nell’isola (inizio ore 21), organizzati da Sardegna Concerti in collaborazione con le rispettive amministrazioni comunali, che fanno parte della lunga tournèe teatrale nazionale della cantatessa partita il 4 novembre dal Teatro Stabile dell’Aquila. Prima tappa sarà quindi a Macomer, il 1° dicembre presso il Teatro Antonio Costantino (ingresso 10+1,5€ prevendita), il 2 dicembre al Teatro Eliseo di Nuoro (ingresso 13+2€ prevendita) e il 3 dicembre ad Alghero che inaugura con questo evento il Teatro Civico appena rimesso a nuovo (ingresso 13+2€ prevendita). Una scelta ben precisa, quella dei teatri, per la voce più sensuale delle interpreti nostrane. Niente di più adatto infatti delle atmosfere calde e raccolte per promuovere l’album pubblicato lo scorso settembre dalla On the Road Music Factory, e per raccontare, mettendosi a nudo, il suo viaggio sotterraneo, offrendo tematiche attuali su cui riflettere, come l’abbandono, il dolore del distacco, la perdita, la morte, la violenza, attraverso una scrittura profonda e sensibile e musiche cariche di emozioni. Dieci brani i cui arrangiamenti ridotti all’essenziale, il pianoforte e l’immancabile chitarra acustica mettono l’accento sulla profondità dei testi, complessi, intensi, che affrontano con delicatezza ma senza reticenze argomenti forti quali la pedofilia e la morte.
Solo un anno fa per l’artista di Roma era calma apparente, oggi è calma ritrovata, serenità tangibile, dopo un duro lavoro di analisi su se stessa, che l’ha arricchita di nuove consapevolezze dandole la possibilità di rischiare, di mettere in gioco più che mai se stessa e la sua profondità. Anticipato in agosto dall’uscita sui maggiori network radiofonici italiani con il singolo Dimentichiamo tutto, il nuovo album “Tra i fuochi in mezzo al cielo” si rivela più diretto e “audace” dei precedenti: l’autoanalisi ha aperto porte prima lasciate chiuse e fornito nuove parole per descriverle, nuovi strumenti per raccontarsi. Un album intimo, sincero, forte, interamente scritto dalla Turci e da lei prodotto insieme a Carlo U. Rossi, in cui l’autrice, liberata dalla paura di sbagliare e di farsi male, si svela senza più timori, affrontando senza vergogna temi, pensieri e sentimenti tenuti nascosti in passato. L’unica cover che chiude il cd è il brano affascinante di Leo Ferrè Tu non dici mai niente, interpretato poeticamente e magistralmente dall’autrice romana.
“Tra i fuochi in mezzo al cielo” c’è ossigeno, speranza, buona musica, forte desiderio di conoscersi e scoprirsi, senza veli, senza imbarazzo. Arrangiando i pezzi, Paola Turci ha messo in luce soprattutto i testi, talvolta destrutturando le canzoni, spogliandole ora dell’aspetto armonico ora di quello melodico. Ampio spazio è dato al pianoforte, suonato da Lucio Morelli, coautore di alcune sue canzoni (La tua Voce, Dimentichiamo tutto), che conferisce suggestioni newyorkesi al concerto, con straordinarie intuizioni armoniche e atmosfere un po’ fumose, che ricordano il Lou Reed più intimista. Determinante l’apporto creativo dato da tutti i musicisti (Alessandro Canini che si divide tra batteria e cori, toccando anche le tastiere e la chitarra acustica, Sergio Quarta alle percussioni, Davide Aru alle chitarre e Andrea Rosatelli al basso) e la passione con la quale ognuno di loro sta partecipando al progetto. Lo spettacolo si muove sul sottile equilibrio trovato tra gli estremi del concerto, cercando di far convivere le atrocità e la tenerezza del nostro quotidiano espresse in canzoni come Rwanda e Fiori di giardino da un lato e Volo così o Questa parte di mondo dall’altro. Una artista completa che ama molto dare una nuova veste alle canzoni del suo repertorio, stravolgerle per riamarle, trovare nuovi stimoli nel reinterpretarle. Rispetto ai lavori precedenti, quest’ultimo mostra una predominanza del pianoforte (che affianca la chitarra acustica prima prediletta); spiega Paola: <>. Sul piano personale Paola è da sempre impegnata socialmente. In questo disco però sostiene per la prima volta pubblicamente Ucodep, un’Ong che opera a favore dell’infanzia nel nord del Vietnam. E’ ancora lei a raccontare: “Ho conosciuto questa organizzazione attraverso un amico comune; sono strutturati come una grande famiglia, dove ognuno lavora con entusiasmo infaticabile, ma prima di chiedermi di sostenerli in qualche modo, mi hanno invitata a vedere di persona cosa fanno e dove operano. Abbiamo visitato quindi tre province nel Nord del Vietnam: lì manca l’acqua potabile e la gente, soprattutto bambini, si ammala e muore di malattie che in Occidente abbiamo debellato ormai da decenni. Ho deciso così di entrare in questa grande famiglia contribuendo alla promozione di questo progetto sull’ampliamento delle risorse idriche nel Vietnam settentrionale.”
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