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Gerusalemme, violenza sul corteo degli omosessuali

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2005 18:36
03/07/2005 01:40
 
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GERUSALEMME - Ad attendere ieri i partecipanti al Gay Pride di Gerusalemme c'erano decine di attivisti, alcuni appena adolescenti, dei partiti di estrema destra e delle organizzazioni religiose ebraiche, uno dei quali a un certo punto è anche riuscito a ferire con un coltello due manifestanti. L'uomo è stato subito fermato dalla polizia insieme ad altre nove persone. Per fortuna i loro tentativi di aggressione, i loro slogan e insulti non sono riusciti a rovinare una giornata di festa - resa anora più gioiosa dalle notizie provenienti dalla Spagna ¡di grande importanza per una città di fatto dominata dai religiosi e, non a caso, guidata da un sindaco conservatore, Uri Lupolianski. Sotto l'ombrello di «Open House», l'associazione che da anni promuove i diritti di gay e lesbiche in Israele, centinaia di persone (tra cui anche tanti non-omosessuali) sorridenti, con abiti variopinti, travestiti in ogni modo, con bandiere e striscioni, hanno sfilato per le strade del centro di Gerusalemme sotto gli sguardi di disapprovazione di tanti ma anche accolti da applausi. L'orgoglio gay ha avuto la meglio sulla bigotteria ma quest'anno sono dovuti scendere in campo i giudici della corte distrettuale per garantire il regolare svolgimento della sfilata e nessuno dimentica che le autorità israeliane, il mese scorso, hanno rinviato di almeno un anno il Gay Pride mondiale, previsto per il mese di agosto a Gerusalemme, ufficialmente a causa della concomitanza con il ritiro da Gaza che mobiliterà buona parte delle forze di sicurezza del paese. In realtà è avvenuto che, accantonando divisioni e tensioni plurisecolari, i rappresentanti di Ebraismo, Islam e Cristianesimo lo scorso 30 marzo, avevano lanciato insieme un appello contro l'organizzazione World Gay Pride a Gerusalemme, che avrebbe dovuto durare una decina di giorni. L'appello era stato sottoscritto dai due rabbini capo di Israele, Shlomo Amar e Yehuda Metzger, dal Patriarca latino (cattolico) Michel Sabbah, da quelli armeno Turkum Manoogian e greco-ortodosso Ireneos, dagli sceicchi musulmani Bouchari, Abu Ali e Abed El Salem Menasera. Nemici in nome delle rispettive fedi, alleati contro gli omosessuali.

Quest'anno ad aprire le danze contro il Gay Pride di Gerusalemme è stato il direttore generale del municipio, Eitan Meir, che a nome del sindaco Lupolianski ha scritto alla Open House, affermando che «non è giusto marciare nelle strade di Gerusalemme senza tenere conto del fatto che potrebbe costituire una provocazione per molti residenti e visitatori della città ferendone i sentimenti, con il rischio di perturbazioni all'ordine pubblico». Lupolianski subito dopo ha vietato la manifestazione e soltanto l'intervento dei giudici della corte distrettuale di Gerusalemme ha imposto alla riluttante amministrazione comunale di consentire il regolare svolgimento del Gay Pride cittadino. Il direttore della Open House, Hagai Elad, ieri ha nuovamente respinto le ragioni di Lupoliasky e dei suoi alleati in amministrazione comunale. «Il nostro raduno annuale si è svolto come previsto, in un clima di armonia e di festa ¡ ha affermato con tono soddisfatto -. Il prossimo anno sarà ancora più dura ma continuerano a lottare per i diritti di gay e lesbiche in Israele».

http://www.gaynews.it/view.php?ID=33026
04/07/2005 09:23
 
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è un territorio veramente pericoloso per un gay pride



06/07/2005 18:36
 
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Israele: aggressione Gay Pride, incriminato zelota
GERUSALEMME - L'ebreo ultra-ortodosso che giovedì si è scagliato con un coltello in mano contro i partecipanti al Gay Pride di Gerusalemme, ferendone tre, è stato formalmente incriminato per tentato omicidio oggi da un giudice del tribunale della città.

Stando al procuratore, durante gli interrogatori cui è stato sottoposto dalla polizia dopo l'arresto, l'uomo, Yishai Schlisel, ha affermato di "essere venuto a uccidere in nome di Dio". Stando all'accusa l'uomo avrebbe attentamente pianificato l'aggressione, aveva comprato per tempo un coltello con una lama lunga 18 centimetri, che aveva nascosto sotto la giacca, e si era disposto in anticipo lungo il percorso della Gay Pride nel centro di Gerusalemme.

Sempre secondo l'accusa - riferisce l'edizione elettronica del quotidiano Haaretz - Schlisel ha anche affermato durante gli interrogatori, a proposito del Gay Pride, "questa cosa non può succedere in Israele, è un sacrilegio".

La manifestazione organizzata dalle associazioni di gay e lesbiche israeliane era stata preceduta da accese polemiche. Il sindaco di Gerusalemme, il conservatore ebreo ortodosso Uri Lupolianski, aveva cercato di impedirne lo svolgimento affermando che rischiava di ferire la sensibilità della forte comunità religiosa che risiede nella città santa. La magistratura israeliana ha però ordinato che la Gay Pride si svolga normalmente.


http://www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=213054&idtipo=2
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