Sergio Lo Giudice, presidente nazionale dell'Arcigay ha scritto al Tg2 per protestare per un servizio mandato in onda, in cui si usavano parole irrispettose nei confronti di un medico gay assassinato a Milano.
''Il Tg2 ha descritto come
'deviato' (ecco da dove prende spunto il nostro caro Calderoli!!
) il medico del carcere di San Vittore, Dario Foa', direttore del Servizio area penale carceri dell'Asl di Milano, selvaggiamente ucciso nei giorni scorsi'', e' detto nella lettera. L'Arcigay riferisce come nel servizio del tg, riguardo Dario Foa', sia stato affermato: ''di devianze non solo si occupava per lavoro ... ne era anche attratto, al punto da non ritenere pericoloso appartarsi con un uomo che neppure conosceva in una stradina di campagna alle porte di Milano''.
''Dove starebbe, caro direttore, la 'devianza'? - scrive l'Arcigay - nell'essere disponibili a rapporti sessuali con una persona appena incontrata? Nel farlo in macchina? Nell'essere omosessuali? Ci faccia capire, in modo che i tanti italiani che sono omosessuali, o ai quali per qualsiasi ragione sia capitato di farlo in macchina, o di essere stati disponibili ad un rapporto sessuale con una persona conosciuta da poco, magari la sera stessa, sappiano se sono considerati 'deviati' o 'attratti dalla devianza'''.
''Dai professionisti dell'informazione - conclude Lo Giudice - ci attendiamo che, di fronte ad un assassinio, siano in primo luogo guidati dal rispetto delle vittime, dei loro familiari e, perche' no, dal rispetto e dall'interesse del pubblico. Delitti come quello che ha colpito Dario Foa', traggono spesso origine dal senso di colpa, dall'ignoranza, dal pregiudizio radicato nella cultura d'origine degli assassini. Fattori che rischiano di essere alimentati anche da servizi giornalistici come quello trasmesso dal Tg2 di oggi''.
Piena solidarietà a Lo Giudice!