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IL PACS IN ITALIA

  • Messaggi
  • zon@ venerdi
    00 01/01/2006 06:03
    ARCIGAY ROMA: "PACS IN TUTTI I MUNICIPI"
    Le istituzioni dimostrino di essere vicine ai problemi dei cittadini.

    L'XI Municipio del Comune di Roma (Garbatella e Ostiense) approvera' nei prossimi giorni il Registro delle Unioni Civili, come gia' ha fatto il X Municipio il 22 dicembre.

    Probabilmente il Registro sara' approvato nella seduta del 5 gennaio.

    ''Siamo contenti e soddisfatti che il Registro delle Unioni Civili si stia attivando anche in altri Municipi Roma, nonostante i demotivati attacchi di alcuni gerarchi cattolici - dichiara Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma - Le istituzioni della nostra citta' hanno sempre mostrato una grande vicinanza alla comunita' lesbica e gay e ai suoi bisogni. Stiamo chiedendo a tutti i Municipi di Roma di presentare il Registro delle Unioni civili prima del 14 gennaio, quando in piazza Farnese a Roma si terra' la manifestazione Tutti in Pacs, a sostegno di una legge del Parlamento che dia riconoscimento giuridico alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali''.

    ''Vogliamo che il governo capisca di essere lontano dalle esigenze dei cittadini - continua Marrazzo - e le amministrazioni dei Municipi di Roma governati dal centro-sinistra possono dimostrare al governo cosa significa essere vicini ai cittadini e alle loro esigenze, speriamo che li seguano anche i Municipi governati dal centro-destra''
  • zon@ venerdi
    00 10/01/2006 21:34
    LIBERO AMORE IN LIBERO STATO
    No all’omofobia religiosa, sì ai Pacs: dal 13 al 15 gennaio a Roma tre giorni di manifestazioni per le libertà civili, la laicità dello Stato e contro la discriminazione degli omosessuali.

    ROMA - Dov’è l’Italia dei diritti civili? Non nel centro-destra, sordo alla richiesta di tutela per le coppie, e poco a Sinistra, dove sembrerebbe prevalere un tiepido ‘riduzionismo’ sui pacs.

    Su tutti, incombono le gerarchie cattoliche, violentemente contrarie a discutere di diritti, e pronte, quasi quotidianamente, a ribadire il loro inappellabile veto.

    La militanza gay, insieme ad associazioni laiche, non ci sta ed ha organizzato, nella Capitale, una lunga tre giorni di dibattiti e manifestazioni pubbliche per mettere le cose in chiaro.

    Per non lasciare spazio all’ambiguità si incomincia proprio di fronte a San Pietro (venerdì 13 gennaio alle ore 14.00 in Piazza Pio XII) con un sit-in in memoria di Alfredo Ormando un omosessuale che si è suicidato, il 13 gennaio 1998, per protestare contro l’omofobia religiosa.

    Per la ricorrenza Arcigay «Ora» di Roma ha organizzato una Giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità e al sit-in seguirà (alle 17, presso la Sala Conferenze Fondazione Adriano Olivetti in via Zanardelli 34, nei pressi di piazza Navona) il convegno Il diritto alla sessualità in una società di credenti. Interverranno esponenti di diverse comunità religiose come Don Franco Barbero, teologo delle Comunità cristiane di base, Maria Bonafede, valdese, Leonardo Ranieri, ex vescovo dei Testimoni di Geova, Omar Camilletti, della comunità musulmana, Giulio Ercolessi, in rappresentanza dei laici, insieme ad esponenti della militanza gay.

    «E’ una salto di qualità – dichiara Fabrizio Marrazzo, responsabile nazionale di Arcigay per la lotta all’omofobia su base religiosa – Non vogliamo insistere con l’accusa di omofobia alle religioni, ma cercheremo di capire se è possibile un dialogo mettendo a confronto diversi credo religiosi. Provocatoriamente vorremmo fare una sorta di hit parade delle religioni in rapporto con l’omosessualità».

    Dopo gli esponenti religiosi sarà la volta delle coppie di fatto. Alle 10.30, di sabato 14 gennaio, la Liff, Lega italiana per le famiglie di fatto, ha organizzato l’happening, «Insieme per le libertà civili», al caffè Renault (in Via Nazionale 183/b). Famiglie di fatto, eterosessuali ed omosessuali, testimonieranno le difficoltà della vita di coppia causate dall’assenza di una legge per le unioni civili.

    «Vogliamo ribadire la dignità delle nostre vite e dei nostri amori e chiedere – sottolineava Franco Grillini, primo firmatario della proposta di legge sui Pacs in discussione alla Camera dei Deputati, intervistato da «L’Unità» - riforme attente ai diritti civili, a partire da una legge sul Pacs che, sulla base dell'art. 2 della Costituzione».

    A seguire l’appuntamento clou di questa tre giorni con la manifestazione nazionale Tutti in pacs, festa delle libertà civili, organizzata da Arcigay (alle 14 in Piazza Farnese) in contemporanea con la manifestazione nazionale per la libertà delle donne e a difesa della legge 194 Usciamo dal silenzio a Milano.

    Dal palco di Tutti in pacs si alterneranno politici (saranno in piazza, ad esempio, Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi, Katia Bellillo, dei Comunisti Italiani, e Luciano Violante, capogruppo dei Democratici di sinistra alla Camera dei Deputati) e rappresentanti di diverse associazioni (fonti attendibili assicurano che interverranno religiosi favorevoli ai Pacs) presentati da Lella Costa e Alessandro Cecchi Paone.

    «Il momento più importante – ci confida Alessandro Zan, responsabile della campagna pacs di Arcigay - vedrà il Magistrato della Cassazione Giovanni Palombarini unire simbolicamente in Pacs di alcuni politici che porteranno in Piazza Farnese i loro compagni e le loro compagne». La presenza del Magistrato ha suscitato, nei giorni scorsi, polemiche e le dichiarazioni scandalizzate del Ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno di Alleanza nazionale.

    Tutti in pacs sarà anche musica, con l’esibizione di Ivan Cattaneo. A conclusione della giornata si riunirà il gruppo giuridico di Arcigay.

    Ma, la maratona per i diritti civili non si conclude qui. Domenica, alle 10.30 preso la sede nazionale dei Democratici di sinistra, si terrà l’assemblea Nazionale di Gayleft, la consulta glbt del partito.

    «Gayleft rinnoverà i suoi vertici – spiega, Andrea Benedino, portavoce nazionale della consulta - ed eleggerà due portavoce, un uomo e una donna. E’ un segnale per il dialogo con il movimento delle donne. Saranno presenti alcuni parlamentari e membri della segreteria nazionale DS. L’assemblea sarà anche l’occasione per ribadire l’impegno dei Democratici di sinistra per i pacs e per i diritti rivendicati dalla comunità glbt».

    Libero amore in libero Stato sarà, a poche settimane dalla conferenza programmatica dell’Unione, la «prova del nove» per quell’Italia laica e progressista che rivendica diritti civili.
  • zon@ venerdi
    00 16/01/2006 15:12
    Riceviamo e pubblichiamo.
    Prodi amareggiato per la manifestazione "Tutti in Pacs"? Forse Prodi non sa quanti cittadini ha amareggiato con le sue parole



    Gentili Radicali di sinistra,
    siamo Saverio e Markus di Firenze, Vi inviamo la lettera che abbiamo inviato al Prof. Prodi, tramite il sito romanoprodi.it
    Speriamo nel vostro aiuto per rendere piu possibile nota questa nostra lettera
    Con affetto Saverio e Markus

    Gentile Professore,
    Prima di tutto ci presentiamo: siamo Saverio e Markus, viviamo insieme da 8 anni a Firenze, in bel quartiere della zona sud, con la nostra gatta Pippi. Siamo impiegati, paghiamo le tasse, siamo dei buoni cittadini, rispettiamo l'ambiente, c'interessiamo del nostro prossimo.
    Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: noi siamo una famiglia. Intesa come amore, assistenza, progetto di vita. Come le altre famiglie siamo inseriti in una rete d'affetti fatta di genitori, nipoti, fratelli, amici, colleghi, vicini. Viviamo in maniera normale, serena, affrontando in due, i problemi che hanno tutti i cittadini italiani. Apprezziamo il suo operato politico ed è per questo che da potenziali elettori vorremmo chiederle alcune cose.
    Abbiamo letto che lei è amareggiato per la manifestazione per i Pacs di Piazza Farnese e non capiamo perché. Noi siamo e a ragione, davvero amareggiati.
    Proviamo a spiegarci. Ad esempio se uno di noi due dovesse avere bisogno d'assistenza in ospedale, non potremmo chiedere ai nostri datori di lavoro nessun congedo. I miei colleghi sposati lo possono fare e noi con le nostre tasse paghiamo, (volentieri), questo loro diritto. Non potremmo avere informazioni sanitarie e non potremmo decidere per l'altro del suo destino, conoscendo più di chiunque le proprie intime convinzioni. Se uno di noi dovesse mancare, non avremmo diritto a subentrare all'affitto, non potremmo ereditare le cose che insieme abbiamo comprato (mobili, automobile, elettrodomestici) o le cose fatte insieme (investimenti e risparmi). Abbiamo per questo rinunciato a comprare casa. Troppo rischioso senza possibilità di fare testamento a favore l'un dell'altro. Se dovessimo avere dei problemi economici non potremmo contare sulla pensione dell'altro. E ci fermiamo qui, l'elenco è lungo.
    Sentiamo spesso affermare che saremmo un pericolo per la famiglia tradizionale….Vorremmo che Ruini, Casini e molti dei suoi alleati ci spiegassero come, in quale maniera.
    Ci pensiamo spesso quando alle 6 del mattino Saverio si alza 10 minuti prima per preparare il panino da mangiare fuori, quando si fa la spesa cercando i prezzi migliori, (come tutte le altre famiglie italiane, fatichiamo ad arrivare a fine mese) quando ci si saluta davanti alla porta con un bacio, quando si va al mercato, quando si programma che investimenti economici fare per quando saremo vecchi, quando si va a comprare i regali di Natale per i nipoti. Come, come, come possiamo essere un pericolo per la famiglia tradizionale? Me lo spieghi lei Professore.
    S'immagini: sabato pomeriggio mentre si faceva la lavatrice, dividendo i panni chiari da quelli scuri, discutendo di quando invitare a cena il fratello e la moglie, della prossima riunione di condominio, di dove andare in vacanza quest'estate, di come è bello il bimbo appena nato alla collega, di come sarà il Festival di Sanremo con Panariello, noi si tramava contro la Famiglia…..
    Dunque la Famiglia è salvaguardata dalla negazione ad altri di un diritto? Posso capire il discorso di chi dice che andremo all'inferno ma sinceramente non ci sentiamo un pericolo proprio per nessuno, visto che, sempre ad esempio, la violenza familiare o sui minori, riguarda soprattutto i padri di famiglia. Poi un giorno quando saremo di fronte a Dio, gli chiederemo perché ci ha fatto cosi, visto che non è uno che sceglie d'essere gay. E visto che saremo li, chiederemo a Dio anche cosa pensa dei tantissimi preti e frati gay, in percentuale secondi solo ai parrucchieri.
    La vita quotidiana di noi gay non è una passeggiata di salute, non lo dimentichi Prof. Prodi prima di parlare delle tematiche omosessuali. La vita quotidiana dei gay non è Platinette o Aldo Busi: è spesso una via Crucis. Noi siamo una famiglia. Non c'interessa avere le damigelle o fare le bomboniere o lanciare il bouquet di fiori alle amiche. C'interessa la possibilità di avere i diritti che hanno tutti quelli che mettono insieme le proprie vite, e per mantenere i quali, le nostre buste paghe sono divorate, come quelle di tutti. Markus è cittadino tedesco, ci potremmo unire legalmente ma Saverio dovrebbe perdere la cittadinanza italiana. Ci sentiamo cittadini europei e vorremmo capire perché si parla tanto d'Europa quando si tratta di economia e poi ci chiudiamo sotto il nostro campanile quando si tratta di diritti. Non ci dica Professor Prodi che Lei non sa che sulle unioni civili anche molti partiti europei di centro o conservatori sono favorevoli.
    Gentile Prof. Prodi, le facciamo un invito. Venga una sera a cena da noi con la Signora Flavia, Le vorremmo far semplicemente conoscere come vive normalmente una coppia, sostenuti reciprocamente dall'amore ma con il timore che un colpo di vento può essere per noi un uragano. Le vorremmo raccontare meglio di noi, presentarle i nostri genitori, i nostri fratelli, farle vedere la nostra casa con il terrazzo e i bulbi appena piantati, parlarle della nostra amarezza.

    Con affetto
    Saverio e Markus
  • zon@ venerdi
    00 07/02/2006 06:51
    Pacs: per Rutelli 'scempiaggini', Arcigay protesta
    Il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, interviene nella polemica sulle parole pronunciate ieri da Francesco Rutelli sui Pacs.

    «Francesco Rutelli definisce ‘scempiaggini’ che non saranno mai appoggiate da lui né da Prodi alcune idee sulla famiglia di Rifondazione comunista? Chiarisca a cosa si riferisce. Certo non ad una legge che dia riconoscimento giuridico alle unioni civili, che è già, nero su bianco, nel programma dell’Unione».

    Il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, interviene così nella polemica sulle parole pronunciate ieri da Francesco Rutelli, che alcuni giornali di oggi hanno letto come una presa di distanza dal progetto dell’Unione di legiferare sulle coppie di fatto attraverso una legge che dia riconoscimento giuridico alle “unioni civili”, come stabilito dalla coalizione di centrosinistra.

    Nel programma dell’Unione, concordato a San Martino in Campo il 5 e 6 dicembre scorsi è già contenuto un impegno, con una formulazione che «rappresenta un punto di sintesi fra le diverse culture politiche che compongono l’Unione», spiega Lo Giudice. «Essa, tuttavia, riesce a tenere conto anche delle legittime ed indifferibili istanze avanzate dall’ampio movimento che nel Paese sostiene la necessità di una legge sui Pacs: il riconoscimento giuridico pubblico della dignità di ogni relazione d’amore e dell’assunzione di responsabilità reciproche, l’attuazione della tutela prevista dall’art. 2 della Costituzione italiana per tutte le formazioni sociali, la possibilità di risolvere le difficoltà che le coppie di fatto incontrano sul piano sanitario, lavorativo, fiscale e previdenziale. Questo è quanto accade nella gran parte dei Paesi europei, altro che scempiaggini».
  • zon@ venerdi
    00 11/02/2006 23:51
    CHI HA PAURA DEL PACS?

    di Alessio De Giorgi
    (altri articoli dell'autore)
    Sabato 11 Febbraio 2006

    Editoriale del nostro direttore: non facciamo prevalere il massimalismo, non buttiamo via il lavoro di 10 anni. Così stiamo facendo solo un favore a Rutelli.






    Non mi scandalizzo nel dire che non ce la faccio proprio a riconoscermi nelle posizione assunte da Arcigay ed Arcilesbica sul programma dell’Unione per il governo del paese presentato questa mattina a Roma.

    Certo, non sono felice di quella formulazione. Avrei di gran lunga preferito quella uscita mesi fa dal vertice di San Martino in Campo. Ma ciò nonostante, penso che le condizioni politiche di questo paese non permettano purtroppo una formulazione per noi migliore e che anzi sia stato già straordinario arrivare comunque a questo punto.

    Nonostante i sondaggi dicano ormai cose diverse, è indubbio che una parte consistente del centro-sinistra, Margherita e Udeur in testa, ma anche settori minoritari e silenti dei DS, abbiano il terrore che un disegno di legge proposto dal movimento omosessuale – perché da lì la proposta di Franco Grillini nasce – possa diventare legge dello Stato. Anche simbolicamente, prima ancora che nella pratica, questo rappresenterebbe comunque una vittoria per il movimento lgbt e una sconfitta per il Vaticano e il vasto mondo che a questo fa riferimento. Da questo nasce l’imbarazzo di Rutelli and co., la proposta dei Contratti Collettivi di Solidarietà (appunto contratti, termine che ben si adatta agli accordi tra gli individui), la prima formulazione del programma dell’Ulivo e quest’ultima decisa l’altro ieri a Roma.

    Per fortuna e purtroppo, il PACS è diventato in questi mesi un feticcio, un moloch intorno al quale sono ben altre le partite che si giocano. Oggi il PACS è una questione identitaria per tutta la sinistra, la frontiera simbolica del laicismo, fra chi – me compreso - sempre meno tollera l’ingerenza vaticana nelle faccende nazionali e chi con questa è disposto – o è costretto – a farci i conti. Vi pare possibile che una proposta di legge tutto sommato così innocua e così moderata rispetto anche a quanto fatto in altri paesi europei, debba meritare così tanta eco sui giornali e sulle televisioni, tanto che ormai si parla più di PACS rispetto a temi della politica che oggettivamente riguardano molte più persone, come la lotta alla disoccupazione, la scuola, la politica fiscale e così via? Questa così forte attenzione da un lato è stata la nostra fortuna, perché mai così tanto hanno discusso gli italiani come in questi mesi di pre-campagna elettorale di coppie gay e lesbiche, ma anche la nostra sventura, perché sta proprio in questo valore simbolico assunto dal PACS il motivo di questa scelta contenuta nel programma dell’Ulivo.

    Ma veniamo al merito. Quale scelta così nefasta per le sorti progressive delle nostre coppie – mia compresa – è stata fatta dai leader del centrosinistra, con plauso pure del tenace Fausto Bertinotti e del bisessuale Alfonso Pecoraio Scanio? Il fatto che nella formulazione definitiva sia saltata l’esplicitazione della creazione di un nuovo istituto giuridico, “PACS” o “Unioni Civili” poco importa, e che il testo sia decisamente più generico: “L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto”, pur continuando a precisare che “al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale”. In sostanza, che le coppie siano etero o omosessuali poco importa.

    Cosa vorrà dire questo, nel concreto? Ammesso e non concesso che questo sarà lo schema della versione definitiva della legge, nessuno oggi ci garantisce che ci sarà un istituto giuridico specifico – come era il PACS – che le coppie di fatto potranno siglare: il solo fatto di stare insieme ad esempio qualche anno, magari registrandosi come conviventi all’anagrafe, darà vita a “diritti, prerogative e facoltà”. Quali? Beh, le solite cose su cui stiamo puntando il dito da tempo: reversibilità della pensione, possibilità di lasciare in eredità tutti gli averi al proprio partner e così via. Tutte faccende su cui un registro comunale, una legge regionale o i contratti privati possono fare molto ben poco, e su cui l’unica che riesce ad incidere è una legge nazionale. Il carattere pubblico è quindi garantito e su questo aspetto bisogna insistere: se vogliamo risolvere queste questioni centrali, vi deve essere l’opponibilità a terzi, ad esempio, di un testamento. Mancherà invece, molto probabilmente, “rebus sic stantibus”, l’aspetto celebrativo dell’unione, che i PACS garantivano con la firma dell’atto.

    Questa, Signori, è l’Italia. E’ l’Italia che permette a Ministri della Repubblica di usare il termine culattoni per definire il 5% della popolazione (ancora oggi, lo ha fatto il ministro Calderoli, tipico caso di omofobia interiorizzata), è l’Italia che multa un giudice che decide di togliere il crocifisso dall’aula del tribunale, è l’Italia dove un messaggio pubblicitario “Meno Vaticano” non viene accettato, perché ritenuto offensivo dal quotidiano che è il principale punto di riferimento per i laici italiani (è notizia di ieri). Ma con questa Italia, se non vogliamo salire sull’Aventino, dobbiamo fare i conti pur senza rassegnarci.

    E’ questo spirito che a mio modestissimo parere manca nella coraggiosa e coerente presa di posizione dei vertici di Arcigay e di Arcilesbica. Se questo è il miglior compromesso che potevamo portare a casa, mettiamolo in saccoccia: da domani sosterremo quelle parti dell’Ulivo che ci garantiscono di ottenere il miglior risultato possibile, partendo dalla modestissima formulazione contenuta nel programma.

    C’è un detto nella comunità ebraica, fatta come si sa da astuti commercianti, che vale la pena di ricordare in questa fase: un compromesso buono è quando entrambe le parti escono dalla trattativa con un po’ di amarezza, e così è stato in questo caso, se è vero che comunque a pezzi del centro-sinistra questa formulazione non piace, perché avrebbero preferito che questa tematica il programma proprio non la trattasse.

    Le nostre urla, i nostri strepiti, sono manna dal cielo per Francesco Rutelli, cui stiamo regalando la possibilità di dimostrare al Vaticano che non hanno nulla da temere di una formulazione su cui, appunto, i gay non ci stanno.

    Il massimalismo, si sa, è una malattia insidiosissima, più contagiosa di una banale influenza. E’ molto più facile gonfiarsi il petto contro il nemico, invocare i famosi “principi”, urlare allo scandalo, che ragionare sui risultati possibili, sulla necessità assoluta di mediare, mediare e ancora mediare fino allo sfinimento se l’obiettivo è di portare dei risultati a casa, e di non fare testimonianza. Ma il ruolo di un gruppo dirigente coraggioso è esattamente questo, se non vuole soffiare sulla demagogia. E il rischio di buttare a mare un lavoro tenace, quotidiano, che dura da oltre dieci anni, è davvero troppo grande.

    Il mio invito va proprio in questa direzione: non facciamoci mettere in un angolo, rilanciamo, cerchiamo di non perdere la capacità di capire fin dove è possibile spingere e il limite oltre il quale si rischia di strappare, garantiamoci il risultato migliore in caso di vittoria del centro-sinistra, sostenendo apertamente i candidati che sulle nostre tematiche non hanno dubbi di sorta. Anche perché l’alternativa mi pare decisamente peggiore: se vincerà il centro-destra, saremo assolutamente certi che le unioni di fatto rimarranno per anni senza nessuna copertura legislativa, con buona pace di tutti noi culattoni.
  • zon@ venerdi
    00 11/02/2006 23:52
    Pride Forest
    11 febbraio

    La settimana prossima, gli attivisti del gruppo omosessuale israeliano “Gay in Galilee Society” pianteranno, sul suolo di Israele, una foresta dedicata alla Tolleranza.
    Sulla scia di una tradizione cominciata nel 1948, anno di fondazione dello Stato ebraico, quando i padri fondatori di Israele piantarono, come segno di vita e appartenenza, i primi alberi nelle zone deserte del nuovo Stato, allo stesso modo e con il medesimo spirito, gli attivisti gay israeliani daranno vita alla “Pride Forest”, la prima foresta gay nel mondo, per testimoniare la forza e la longevità dei diritti civili degli omosessuali, con la speranza che essi crescano e si rafforzino sempre più ovunque nel mondo.
  • zon@ venerdi
    00 13/02/2006 14:36
    L’Unione e i PACS
    « Arcigay ed il movimento glbt sono insoddisfatti e delusi»
    Gentile Direttore,

    Le chiedo di ospitare un intervento in cui vorrei chiarire perché Arcigay ed il movimento glbt sono insoddisfatti e delusi dal programma dell’Unione.

    Il testo recita: "L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi e il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto quale criterio qualificante il sistema di relazioni sentimentali, assistenziali e di solidarietà la loro stabilità e volontarietà".

    Questa formulazione, addirittura più arretrata della proposta del Partito Popolare Spagnolo di Aznar, mira ad introdurre singoli diritti e cancellare il riconoscimento giuridico delle Unioni civili - contrariamente all’impegno assunto dai leader del centrosinistra e dal candidato premier nell’incontro di San Martino in Campo - a tutelare «Le unioni civili come riconoscimento giuridico di una forma di relazione capace di assicurare prerogative e facoltà e di garantire reciprocità nei diritti e nei doveri».

    Non è una questione nominalistica: con questa proposta restano solo alcune importanti ma insufficienti tutele relative all’assistenza ospedaliera e penitenziaria, al subentro nel contratto d’affitto, ai congedi lavorativi per motivi di salute. Di contro, non abbiamo ancora sentito argomentazioni concrete per cui negare la successione legittima, la reversibilità della pensione, il permesso di soggiorno (dopo 5 anni), l’accesso agevolato in concorsi o graduatorie, le tutele in caso di separazione a due partner che - non volendo o non potendo sposarsi - scegliessero Pacs o Unioni Civili che dir si voglia per dare stabilità al proprio legame affettivo. E dire che secondo l’Eurispes persino il 68,7% dei cattolici italiani è favorevole a una legge sui Pacs!

    Lesbiche e gay italiani erano illusi che la fine delle discriminazioni e dei drammi quotidiani fosse vicina, ma si trovano disincantati dalla destra liberticida e delusi da una sinistra poco risoluta. L’Unione dovrà riformulare questa proposta, scegliendo di anteporre diritti delle persone alla benevolenza delle gerarchie ecclesiastiche, se vorrà contare sull’appoggio di gay e lesbiche al suo programma.

    Per sottolineare la nostra posizione e per sensibilizzare la cittadinanza, Martedì 14 febbraio dalle 18.30 distribuiremo in Piazza del Comune il volantino intitolato: “14 FEBBRAIO - FESTA DEGLI INNAMORATI - PERCHE’ PER LESBICHE E GAY NON C’È MOLTO DA FESTEGGIARE”
  • zon@ venerdi
    00 17/02/2006 13:08
    Arci Gay e Arcilesbica: «La sinistra s’impegni sui Pacs altrimenti non la votiamo»


    Gli aderenti ad ArciGay e Arcilesbica chiedono alla politica di garantire alle coppie di fatto uno stato giuridico sul modello spagnolo, minacciando di non votare l'Unione se non verrà rivista la parte del programma dedicata ai Pacs (i Patti civili di solidarietà). L'annuncio è stato dato in un incontro promosso dal gruppo della Rosa nel pugno in Provincia, dalla presidente del circolo «Le ninfe»-Arcilesbica (una sessantina di socie), Ostilia Mulas. «Non daremo il nostro sostegno all'Unione se non sarà chiaro quali diritti ci riconoscono - ha spiegato Mulas -. Mentre la prima versione del programma dell'Unione prevedeva la garanzia di reciprocità di diritti e doveri, la versione attuale sembra il progetto di Ruini». Il responsabile politico di Arcygay Genova (1200 soci in Liguria), Massimo Vianello, ha precisato: «A ridosso delle elezioni informeremo i nostri soci sulle scelte dei partiti. Non indicheremo chi votare, ma chiederemo di votare con coscienza». Secondo Vianello, l'Unione nell'ultimo programma ha decurtato «la parte riguardante la possibilità di ereditare anche in mancanza di un testamento;
  • zon@ venerdi
    00 02/05/2006 06:28
    Nozze gay a Londra tra un italiano e un inglese
    IN ITALIA NON SONO VALIDE


    LONDRA - Il 30 aprile di 17 anni fa si erano conosciuti a Londra e ieri, sempre a Londra, hanno ufficializzato la loro unione. Tra qualche lacrima che tradiva l'emozione e la gioia, gli applausi entusiasti degli amici e gli scatti frenetici dei fotografi, Marco Canale e Alan Webb si sono "sposati"ieri mattina al Municipio di Chelsea della capitale del Regno Unito, dove, nel dicembre del 2005, è entrato in vigore il Civil Partnership Act, una legge che garantisce alle coppie gay diritti e doveri molto simili a quelli del matrimonio.
    Alle 11.20 Marco, imprenditore 45enne proprietario della più grande sauna e palestra per soli gay di tutta Roma, e Alan, 53 anni e da poco ritornato a Londra dove lavora per la United Airlines, hanno ufficializzato la loro unione che però in Italia non sarà riconosciuta.
  • OFFLINE
    patryzya
    Post: 32
    Sesso: Femminile
    UTENTE
    00 06/05/2006 15:29
    Re:

    Scritto da: icestar 27/08/2004 21.52
    sono d'accordo ai matrimoni fra gay, in fondo lo scopo del matrimonio è unire due persone che si amano, e che male c'è se queste due persone sono dello stesso sesso?
    Al mondo ci sono tanti matrimoni di coppie etero che sono solo una facciata, xchè negare un unione sacra a due persone omosessuali che si amano davvero?
    però su una cosa non sono d'accordo e qua lancio la provocazione: l'adozione dei bimbi da parte delle coppie omosessuali.
    E' qualcosa che va contro i principi etici: un bambino ha bisogno di crescere con due figure di sesso opposto.
    Due genitori omosessuali potranno dare al bambino tutto l'amore di questo mondo, ma il bambino in questione non sarà mai un bambino normale sarà sempre un bambino diverso dagli altri.
    In particolare mi soffermo sui bambini che vorrebbero adottare le coppie omosessuali composte da due maschi.
    Un bambino ha bisogno in primo luogo della figua materna, è un sacrosanto diritto di ogni bambino crescere con una figura materna, e un uomo, per qaunto possa dargli tutto l'amore di questo mondo non riuscirà mai e poi mai a sostituire questa figura. Inoltre come si sentirà questo bimbo nei confronti degli altri? tutti hanno una mamma ed un papà e lui invece no.
    Pensate che questo bambino crescerà bene?
    Io dico si alle coppie gay ma far adottare loro bambini, no! no va contro ogni etica e morale!
    Voi cosa ne pensate? sarebbe interessante sentire un vostro parere

    ciao





    sono d'accordissimo con te,è esattamente quello ke penso io!!!



  • zon@ venerdi
    00 07/06/2006 17:14
    esatto
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    liberamente83
    Post: 2.239
    Città: PESCARA
    Età: 40
    Sesso: Maschile
    UTENTE
    00 19/06/2006 00:54
    Re: Re:

    Scritto da: patryzya 06/05/2006 15.29




    sono d'accordissimo con te,è esattamente quello ke penso io!!!


    io invece credo che invece che elaborare faticose elucubrazioni e teorie su quanti maschi e quante femmine occorrano a un bambino per crescere bene dovremmo porci 2 domande:
    domanda 1) Uno stato ha il dovere di stabilire chi ha il diritto di avere figli e chi no? e secondo che criteri?

    (questo giusto per farvi capire che se rispondete di sì, probabilmente per coerenza dovreste andare in giro sterilizzando tossicodipendenti, psicopatici, criminali, pedofili e altre amenità... cosa che nessuno si sogna di fare)

    domanda 2) (supponendo che siate riusciti a superare i conflitti etici della prima domanda) Chi dice che un bambino cresca male se è cresciuto da omosessuali?

    qui non basta rispondere che è sempre stato così... sarebbe come scoprire l'acqua calda. Per me qui, invece di elucubrare, bisognerebbe studiare le situazioni di quelle famiglie omosessuali che in molti paesi già esistono, per via delle diverse legislazioni. si tratta di vedere se questi bambini sono disadattati, se hanno significativamente più problemi di quelli adottati da genitori eterosessuali e così via... E non vorrei dire una cavolata ma mi pare ci siano già i primi studi sulle coppie omosessuali e i figli da loro adottati in Spagna. E che diano risultati decisamente confortanti.

    avete informazioni più aggiornate?
  • OFFLINE
    GayAbruzzo
    Post: 28.691
    Città: SULMONA
    Età: 48
    Sesso: Maschile
    ADMIN
    00 19/06/2006 07:22
    Re: Re: Re:

    Scritto da: liberamente83 19/06/2006 0.54
    qui non basta rispondere che è sempre stato così... sarebbe come scoprire l'acqua calda. Per me qui, invece di elucubrare, bisognerebbe studiare le situazioni di quelle famiglie omosessuali che in molti paesi già esistono, per via delle diverse legislazioni. si tratta di vedere se questi bambini sono disadattati, se hanno significativamente più problemi di quelli adottati da genitori eterosessuali e così via... E non vorrei dire una cavolata ma mi pare ci siano già i primi studi sulle coppie omosessuali e i figli da loro adottati in Spagna. E che diano risultati decisamente confortanti.

    avete informazioni più aggiornate?


    due cose, anzi tre.

    i primissimi risultati di studi condotti su bambini di coppie gay sono stati divulgati in francia nell'ormai lontano 1999. nessuna differenza rispetto a quelli di coppie eterosessuali, solo una maggiore aggressività (cmq contenuta) determinata dalle oggettive difficoltà di farsi accettare dalla società come figli di omosessuali.

    il problema, di fatto, non esiste se si pensa che, solo in italia, ci sono già oggi circa 100.000 persone che hanno almeno uno dei genitori come minimo bisessuale (io per esempio conosco un ballerino dichiaratamente e ... evidentemente gay che ha avuto un figlio a 20 anni). l'unica novità sarebbe riconoscere giuridicamente una situazione che già esiste, volenti o nolenti.

    è triste, molto triste sentire persone in gamba come luxuria dire che "tra la militanza nel movimento omosessuale e la salute psico-fisica di un bambino, scelgo la seconda. per ora le adozioni non sono un problema di cui discutere". cosa non si diventa per la politica [SM=x432743]

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    00 19/06/2006 10:16
    Re: Re: Re: Re:

    Scritto da: GayAbruzzo 19/06/2006 7.22


    è triste, molto triste sentire persone in gamba come luxuria dire che "tra la militanza nel movimento omosessuale e la salute psico-fisica di un bambino, scelgo la seconda. per ora le adozioni non sono un problema di cui discutere". cosa non si diventa per la politica [SM=x432743]




    vabbé squizz io sono d'accordo con te..... e forse anche lei lo è... Il fatto è che ora dobbiamo smettere di apparire dei mostri pervertiti e farci dare un pezzo di carta che ci dica che esistiamo...
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    00 19/06/2006 12:58
    beh, io sono d'accordo con Luxuria. Per il momento è già difficilissimo riuscire ad ottenere una nostra dignità accettata e rispettata dagli altri, combattere anche per l'adozione sarebbe troppo, e chi troppo vuole nulla stringe. Sono però convinto che i PACS siano un inizio, quando avremo raggiunto il traguardo dell'essere riconosciuti come persone, potremo cominciare a chiedere di essere riconosciuti come padri...è il mio pensiero...



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    00 19/06/2006 13:31
    Re:

    Scritto da: PantherBoy 19/06/2006 12.58
    beh, io sono d'accordo con Luxuria. Per il momento è già difficilissimo riuscire ad ottenere una nostra dignità accettata e rispettata dagli altri, combattere anche per l'adozione sarebbe troppo, e chi troppo vuole nulla stringe. Sono però convinto che i PACS siano un inizio, quando avremo raggiunto il traguardo dell'essere riconosciuti come persone, potremo cominciare a chiedere di essere riconosciuti come padri...è il mio pensiero...


    bravo, è proprio quello che intendevo. il punto è far mettere nero su bianco che siamo normali
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    00 19/06/2006 14:09
    Re: Re:

    Scritto da: liberamente83 19/06/2006 13.31

    bravo, è proprio quello che intendevo. il punto è far mettere nero su bianco che siamo normali



    non dire stronzate Liberamente: noi NON siamo normali, è un dato di fatto e io sono contro le unioni gay. sto promuovendo il non PACS/matrimonio QUI





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    00 19/06/2006 18:37
    Re: Re: Re:

    Scritto da: will!newton 19/06/2006 14.09


    non dire stronzate Liberamente: noi NON siamo normali, è un dato di fatto e io sono contro le unioni gay. sto promuovendo il non PACS/matrimonio QUI



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    00 05/07/2006 12:39
    Contrario ai PACS.
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    00 05/07/2006 17:11
    e perché? a chi fanno male?
  • zon@ venerdi
    00 05/07/2006 20:20
    Re:

    Scritto da: N-Unit 05/07/2006 12.39
    Contrario ai PACS.



    lo avevamo capito.
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    00 02/08/2006 12:21
    Non so se vi interessa la mia opinione.... al limite di manderete affan......
    Ma io sono contrario ANCHE al matrimonio per gli etero !
    Al limite potrei concedere il matrimonio a tempo indeterminato: dura un anno, dopodichè se si vuole ci si risposa, altrimenti ..... amici come prima..... [SM=x432745]



    --------------------------------------------------------------------
    Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
    (Friedrich Nietzsche)

    Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
    (Martin Luther King)

    Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.
    (Indro Montanelli)
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    00 04/08/2006 12:36
    Re:

    Scritto da: gerryff 02/08/2006 12.21
    Non so se vi interessa la mia opinione.... al limite di manderete affan......
    Ma io sono contrario ANCHE al matrimonio per gli etero !
    Al limite potrei concedere il matrimonio a tempo indeterminato: dura un anno, dopodichè se si vuole ci si risposa, altrimenti ..... amici come prima..... [SM=x432745]



    ehm.... volevo dire determinato !!!



    --------------------------------------------------------------------
    Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
    (Friedrich Nietzsche)

    Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
    (Martin Luther King)

    Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.
    (Indro Montanelli)
  • zon@ venerdi
    00 20/08/2006 04:27
    Re:

    Scritto da: liberamente83 05/07/2006 17.11
    e perché? a chi fanno male?



    è vicino a forza nuova.

    ... è già tanto che voglia parlare con moderazione dell'argomento.

    Non si può pretendere chesia anche d'accordo ...
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    will!newton
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    00 22/08/2006 00:01
    Al meeting Rimini urla e fischi per la senatrice Binetti (ANSA)- RIMINI, 21 AGO- Si riaccende il confronto sui Pacs: per la senatrice Binetti, intervenuta al meeting di Rimini, 'non sono all'ordine del giorno del governo'. L'esponente della Margherita e' stata accolta con urla e fischi per l'adesione al centro-sinistra e per la politica verso la famiglia. Secca la replica dell'ulivista Grillini: 'la legge 33 e' coerente con il programma'. Per l'azzurro Bondi, lo scontro sui Pacs e' solo uno dei problemi dei cattolici nell'Unione.

    Fonte: ANSA





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