00 11/10/2010 01:14
Belgrado, corteo anti Gay Pride
Scontri, arresti e feriti




Una trentina di persone, compresi 13 poliziotti, sono rimaste ferite in mattinata a Belgrado in scontri tra polizia e gruppi di estremisti di destra ultranazionalisti che hanno cercato a più riprese di forzare i cordoni di agenti per impedire lo svolgimento del Gay Pride. I fermati sono già alcune decine. I teppisti, al grido di «morte ai froci», «la caccia è cominciata», hanno affrontato il massiccio schieramento di agenti in assetto antisommossa lanciando sassi e altri oggetti pesanti. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e manganelli per respingere i violenti. Gli scontri hanno avuto luogo in varie zone, a Terazje, Slavja, intorno alla Cattedrale di San Sava.

Belgrado, sin dalle prime ore di stamane, ha un aspetto spettrale, le strade dell'intera zona centrale sono deserte, presidiate da cordoni impressionanti di polizia, appoggiate da reparti a cavallo e da elicotteri. Gruppi di preti ortodossi e credenti con icone e stendardi religiosi affrontano i cordoni di agenti cantando preghiere «per salvare la Serbia». «Siamo qui per dire a tutti che quelli sono malati e che solo Dio li può salvare», ha detto un prete con riferimento agli omosessuali, radunati nel Parco del Maneggio per il loro raduno.

Si calcola che per il Gay Pride - che lo scorso anno era stato annullato per le minacce di gruppi violenti - sono stati mibilitati più di 5.000 poliziotti a fronte di un migliaio circa di manifestanti omosessuali.

Estremisti in manette
Due estremisti omofobi sono riusciti a penetrare nella sede del parlamento, e sono stati arrestati dalla polizia. Un gruppo di violenti si è arrampicato sulle impalcature che avvolgono l'edificio del Parlamento in restauro, e due di loro sono riusciti a penetrare all'interno. Gli agenti in assetto antisommossa, che presidiano in forze l'intero centro della capitale, sono prontamente intervenuti, arrestano in tutto otto facinorosi. Gli hooligan, che in mattinata avevano provocato un principio di incendio alla sede del Partito democratico del presidente Borids Tadic, hanno attaccato anche la sede del Partito socialista serbo (Sps), presieduto dal ministro dell'interno Ivica Dacic. Con un fitto lancio di sassi hanno infranto finestre e danneggiato i muri dell'edificio.
10 ottobre 2010

l'U