00 27/06/2010 00:48
Gay Pride a Napoli, fischi contro Concia:
«Ha incontrato Casa Pound»

Qualcuno indossa un abito da sera pieno di pailettes, qualcun altro solo uno slip. I cattolici si confondono con gli esponenti di Rifondazione Comunista, mentre i 'femminiellì passeggiano con gli 'orsì, omo con barba in bella mostra. Sfila l'orgoglio omosessuale a Napoli. E Napoli lo accoglie in pieno. Chiaro il messaggio: «Basta omofobia». Dopo quattordici anni, gay, lesbiche, transessuali - per la prima volta tutti insieme anche gli appartenenti ai gruppi cattolici e cristiani - sono tornati all'ombra del Vesuvio. Lo hanno fatto con canti, balli, con uno slogan, 'Alla luce del solè. E a testa alta. Famiglie, testimonial, giovani e meno giovani hanno attraversato il cuore della città: «in 150mila - dice il presidente Arcigay, Paolo Patanè - una cifra che potrebbe salire a 300mila se consideriamo la gente che ha assistito e si è fermata».

Forza Nuova ha distribuito volantini per protestare contro il corteo. Secondo quanto riferito da I-Ken lanciate qualche uova durante il passaggio dei carri. Qualcuno, poi, ha fischiato contro la deputata del Pd, Paola Concia. «Ha incontrato a Roma quelli di Casa Pound, difendendo i loro diritti - ha affermato uno dei ragazzi - ma non ha voluto parlare con noi». Gli unici momenti di poca allegria in un pomeriggio che è stato di festa.

Lo ha sottolineato anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. «Sono contenta per come si è svolta la manifestazione di Napoli, all'insegna del rispetto e della pacificazione - ha detto il ministro - Mi dispiace per qualche fischio all'onorevole Paola Concia alla quale va tutta la mia solidarietà». «Per convincimento personale e per il ruolo che svolgo - ha aggiunto Carfagna - non posso che stare dalla parte di chi chiede di cancellare le discriminazioni, annullarle, e si batte contro tutti i pregiudizi, compresi quelli legati all'orientamento sessuale o alla differenza di genere. Davanti a manifestazioni come queste il compito delle istituzioni è quello di aprire le orecchie e ascoltare».

Oggi, a Napoli, c'era anche chi prese parte al Gay Pride di 14 anni fa. È Vanni Piccolo, ora ha 70 anni. La differenza con allora? «Oggi siamo tutti alla luce del sole - risponde - Ma le istituzioni cittadine ci sono state vicine nel '96, con Bassolino sindaco, e oggi ancora di più con Rosa Russo Iervolino». Da una Lettonia piena zeppa di discriminazioni, a sfilare anche Kaspars Zalitis, attivista di Amnesty International. «Questa manifestazione spero di poterla vedere nel mio Paese tra dieci anni», dice e racconta: «Lo scorso anno il gay pride a Riga si è svolto su un percorso di soli 250 metri, eravamo scortati da migliaia di poliziotti mentre dai lati delle strade migliaia di persone ci tiravano sassi e petardi». A Napoli, oggi, tutta un'altra storia. Applausi al passaggio del corteo, in ogni punto della città. 'Amare è un diritto umano«, si legge su un cartello, 'Libera di essere lesbica» su un altro. Luxuria ammette: «Napoli ci ha accolto alla grande». E cita anche il cardinale Crescenzio Sepe: «Credo che sia una grande cardinale per l'apertura mentale che ha dimostrato incontrando associazioni omosessuali della città e per non aver scritto nessun comunicato contro questa sfilata». Il primo cittadino, Rosa Russo Iervolino, che ha sfilato, è contenta: «La Napoli che oggi sta sfilando è quella della 'Resistenzà, delle Quattro Giornate della solidarietà e dell'allegria». E mentre qualcuno guarda ad altre città («Milano e Roma devono trarre lezione da questo corteo»), Patanè, organizzatore del Gay Pride, si dice soddisfatto: «Napoli ha dimostrato di essere all'altezza della sua storia».
26 giugno 2010

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