00 01/09/2008 15:43
akino, mi dispiace che tu non abiti qui vicino a me. io chiacchiererei volentieri con te di quel poco che conosco di un mondo gay che, comunque, rimane pure a me un po' ostico da comprendere e vivere. posso suggerirti di fare amicizia un po' con qualcuno del forum. per me è stata ed è importante l'amicizia di will, che a tutt'ora resta il mio unico vero amico gay (ammesso che un orsofilo si possa definire gay :P). lui è un po' scassacazzo e scanzonato al punto giusto e, siccome io non conoscevo proprio nessuno ed ero piuttosto solitario, avere la sua amicizia nel primo periodo del mio coming out è stato davvero fondamentale. mi pare che alcuni frequentatori di questa comunità siano proprio di bologna. in secondo luogo ti suggerisco di non farti frenare dall'esperienza deludente dei tuoi secondi coming out: sei stato un po' sfortunato; soprattutto per quanto riguarda l'"amica", credimi, secondo me ci hai guadagnato. quanto al primo amico, con cui dici di avere un bel rapporto, io credo che tu possa da te essere in grado di comprendere fin dove tu possa spingerti con lui, sondandolo gradualmente se già non lo hai fatto. Proprio quest'anno sono stato in vacanza con uno dei miei migliori amici (che è etero) soli io e lui e, se vuoi saperlo, c'erano delle volte in cui commentavo molto più pesantemente i maschi io di quanto non facesse lui con le donne. poi è vero, dà più soddisfazione commentare con qualcuno che condivide i tuoi gusti, ma sentirsi accettato e nel proprio piccolo anche protetto è una cosa importante.

per conoscere ANCHE persone gay (cosa che comunque è importante, a prescindere, per noi che siamo gay) temo che non ci siano molte vie: esistono le discoteche e, soprattutto lì al nord e credo in particolare a bologna, avete delle associazioni e dei circoli culturali. non farti illusioni: molti di loro non ti piaceranno, ma non è un buon motivo per dire che tutti i gay sono degli stronzi, così come non ha senso l'affermazione di qualche mio amico etero secondo il quale le donne sono tutte puttane. però gli altri gay vanno conosciuti, e va conosciuto il loro linguaggio. questo non vuol dire che te li devi sposare, se non vuoi. però ogni tanto faresti bene ad uscirci, secondo me.

quanto alla tua curiosità su "il tuo strano problema" credo che esistano varie teorie. alcuni dicono che siccome ai gay piacciono i maschi, gli altri gay (che avrebbero comunque almeno un tratto effeminato) piacciono meno degli etero (che invece sarebbe pienamente virili). fermi restando i gusti personali, 'sta teoria mi pare una mezza cazzata, con rispetto parlando. è estrema e non considera 1) i ragazzi a cui piacciono PRINCIPALMENTE gli effeminati e 2) certuni omosessuali che sono per molti versi decisamente più virili di tanti etero.
se sta teoria ha un senso, secondo me ce l'ha per un certo numero di persone, ma non per tutte.

un'altra teoria sostiene il tuo sospetto di aver come "introiettato" l'omofobia dell'ambiente in cui dici di essere vissuto. anche questa teoria mi pare per certi versi un po' incompleta. ricordo quando ero molto piccolo, avrò avuto sette anni e ancora non sapevo come si concepissero i bambini, figurati se ero in grado di distinguere un eterosessuale da un omosessuale! eppure a ricreazione giocavo con una piccola comitiva composta da me, da una ragazzina, da un bambino (che ho poi incontrato recentemente in disco gay) e da un altro bambino (che non ho incontrato in disco gay ma oggi sono sicuro che fosse gay, tanto era effeminato). beh, ricordo distintamente ancora oggi, quanto mi sembrasse strano e innervosente il modo che i due bambini avevano di "fare a botte" quando litigavamo: il primo era solito tirare schiaffi sonori, il secondo graffiava. io non sono mai stato uno bravo a darle, ma il fatto che quei due non tirassero pugni e calci come me mi faceva stizzire, e non poco. ma non sapevo spiegarmi il perché. ora, chiamare omofobia quel mio sentimento di bambino forse sarebbe un po' eccessivo. a me parrebbe più verosimile dire che fin da molto piccoli sappiamo cosa si suppone che caratterizzi il comportamento di un maschietto e cosa quello di una femminuccia. quando c'è qualcosa che rompe i canoni ci innervosiamo perché mette in discussione la nostra stessa identità. quanto ai canoni, tocca farci l'abitudine: esistono, punto. non è colpa di nessuno, e dobbiamo conviverci. l'importante è riconoscere, un po' per volta, che se ne può uscire senza per questo sentirsi "sbagliati".


ho riflettuto un po' liberamente. spero di non averti annoiato troppo e di averti fornito qualche spunto :)