00 05/10/2005 13:02
Raffaello Tonon in passerella
GuastaFeste da Etro, Versace e Ferrè
Finito il tourbillon della settimana della moda tiro un piccolo bilancio. Non mi sono mosso come una trottola correndo per la città come i tanti operatori di questo settore. Ho scelto di partecipare alla sfilata di Donatella Versace, di Veronica Etro e di Gianfranco Ferrè.

Il parterre con la maggior concentrazione di volti noti è come ogni anno quello di Donatella Versace; nelle prime file sedevano le sorelle Sozzani, Anna Piaggi con un improbabile cappellino degno della sua unica stravaganza, l'amica Silvana Giacobini, il magnate All Fayed e gli ormai inseparabili Morgan e Asia Argento. Ma vi era anche una deliziosa nota aristocratica Maria Sole Brivio Sforza e l'inseparabile compagno Max Maggi eleganti e discreti come sempre. Dopo anni nei quali sulle passerelle di casa Versace spadroneggiava, a mio modesto avviso, uno stile troppo chiassoso ed eccentrico finalmente questa nuova collezione nasce per vestire donne con la “D” maiuscola, sognatrici e viaggiatrici; era impossibile non ammirare il trionfo di colori chiari e solari per i capi da giorno e le sfumature dell'indaco del blu e del turchese per gli importanti abiti da sera degni solamente dei bordo piscina di irraggiungibili ville della Costa Azzurra. Collezione impegnativa, ma portabile.

Per quanto riguarda la passerella di Etro mi viene alla mente il detto “largo ai giovani”. Sì, ma solo ai giovani pieni di talento come Veronica. La giovane stilista ha saputo comunicare sulle note di una colonna sonora finalmente gradevole ed espressiva e non roboante e aggressiva (purtroppo tormentone della maggior parte dei defilé) tutto lo charme che una donna può manifestare giocando una carta spesso dimenticata: la semplicità. La donna Etro per questa primavera-estate è dolcemente sofisticata, femminile, nel vero senso della parola, pacata ma decisa come l'abbinamento di colore scelto da Veronica. Chi compra Etro non acquista un capo ma sposa una filosofia di vita da scoprire in ogni collezione.

Gianfranco Ferré, il michelangelo dell'aute couture milanese, ha avuto nelle prime file la creme della società milanese Paola Marzotto, figlia dell'esplosiva Marta, Marta Brivio Sforza, Giusy Ferré. Abbiamo potuto ammirare uno stile inconfondibile. Le figure geometriche dei suoi abiti lo rendono irripetibile; la perfezione delle giacche, delle gonne e degli abiti da sera pare nascano dalla fusione tra una creatività raffinata e un calcolo matematico. La collezione si basa sul colore bianco; Ferré vuole regalarci l'emozione del meriggio messicano fatto di riverberi di luce intensa. Non mancano anche altri colori che ricordano i fiori selvaggi della Sierra, le lavorazioni sono anche per chi non è esperto indubiamente di grande pregio. Chi acquista Ferré colleziona, non veste. Ci sarebbe molto da imparare per chi è all'inizio della carriera ma purtroppo non tutti hanno insito in sé il talento necessario. Questa collezione è ispirata a un viaggio; mi auguro che Ferré abbia voglia di viaggiare ancora per molto tempo.

Raffaello Tonon