Intervista all'ex della Ventura, sul settimanale Oggi. Ecco la versione integrale:
La torta è pronta, lo champagne è in fresco, mamma Nice è elegante e papà Mauro sfoggia una giacca sportiva di velluto, forse in ricordo dei vecchi tempi, quando era allenatore di calcio. La sorella Simona, sorridente, fa gli onori di casa. Cronaca di un compleanno speciale, o da dimenticare, chissà, in casa Bettarini. Una bella famiglia, unita e semplice.
Stefano, domenica 6 febbraio, mentre era in campo a giocare contro l’Inter con la nuova maglia del Parma, ha compiuto 33 anni e li festeggia il giorno dopo nella sua casa di Genova. Per il calciatore, è l'epilogo di un anno tormentato, uno di quegli anni che nella vita marca il confine tra il prima e il dopo. A maggio lo scandalo del calcio scommesse e poi, in ottobre, l'annuncio della separazione che sua moglie, Simona Ventura, gli comunica attraverso una lettera legale.
Non solo. Da quel momento prende il via una non dichiarata battaglia mediatica che, titolo dopo titolo, cuce addosso a Bettarini il ritratto di una persona frivola, votata alla mondanità e all'infedeltà spicciola. Vero, falso, verosimile? Per la prima volta da quando si è consumata la separazione più clamorosa degli ultimi tempi prende la parola Stefano e racconta finalmente la sua verità.
È il primo compleanno che festeggi da solo. Desideri da esprimere mentre spegni le candeline?
«Quasi tutti i miei compleanni li ho trascorsi da solo o con la famiglia. Non mi piacciono le feste in mio onore. Alla mia ex moglie piaceva organizzare gran party per se stessa, a me no. Comunque sì, ho un desiderio: dimenticare il prima possibile questo orribile anno. Per il resto, peggio di quello che mi è successo non può capitarmi. Ho ricominciato a giocare e, insieme all'amore dei miei figli, era la cosa più importante per avere un punto dal quale ripartire».
Tanti matrimoni finiscono. In più tu, stando a quello che si è letto sui giornali, non sembravi particolarmente affezionato al tuo.
«Se ho deciso di parlare dopo mesi che su di me si è scritto di tutto, è proprio per questo: sono stanco delle sciocchezze che ho sentito. Io non ho voluto cercare finti o veri testimoni a mio carico, mi sono limitato a stare zitto e a querelare chi mi ha accusato di falsità. Non voglio essere io a dire «non è vero», voglio che sia un giudice a ricostruire la verità. Vedremo se volevano infangarmi o se io sono 'davvero il lupo cattivo che hanno descritto».
Di solito un matrimonio finisce per colpe reciproche. Non ci sono vittime e carnefici. Sei d'accordo?
«Sì, certo, sono d'accordo, anche se ci sono sempre diversi livelli di responsabilità. La differenza è che io ero disposto a discutere di mie eventuali colpe, a guardare negli occhi Simona, lei no. Io sono cresciuto in una famiglia con valori forti: una moglie e un marito hanno il sacrosanto obbligo di provare a rimettere le cose a posto, soprattutto se ci sono di mezzo dei figli».
Che cosa ti ha fatto più male in tutta questa faccenda?
«La poca onestà. Simona non mi ha mai detto: “Stefano, non ti amo più, voglio separarmi”. Me lo ha fatto sapere attraverso il suo avvocato. E da quel giorno non ha più accettato di parlarne. Non solo: da quel momento hanno cominciato a spuntare mie presunte amanti in vena di confessione. Strano, no?».
Le ipotesi sono due: o lei era molto preoccupata di salvare la sua immagine pubblica, oppure era molto arrabbiata con te e ti ha presentato il conto di molte amarezze...
«Tutti e due sappiamo di aver commesso degli errori. Ma io ero disposto a parlare dei miei, lei no. Simona ha liquidato il nostro matrimonio con una lettera legale. E l'ha fatto nel momento più difficile della mia vita, mentre subivo un processo e una squalifica che io continuo a i ritenere ingiusti».
Le avvisaglie della crisi non le hai colte?
«Abbiamo passato un'estate tranquilla [e a questo punto la mamma di Stefano aggiunge: "C'eravamo anche noi in Sardegna e posso garantire che non ci sono stati litigi ,né musi lunghi", ndr]. Anche se io avevo notato che c'era qualcosa di strano in lei».
Per esempio?
«Al mare stava tutto il giorno con due telefonini in mano. O parlava o spediva messaggini. Poi mi ha detto che doveva rientrare due giorni a Milano per una riunione di lavoro e invece ho scoperto che stava andando a Roma, e che non era sola. In luglio, pur sapendo che ero contrario, è andata dal chirurgo estetico dicendomi al telefono che andava in ospedale per un piccolo problema di salute. E infine negli ultimi periodi usciva di casa alle otto di mattina vestita come per andare a un matrimonio, con tailleur bianco e tacchi alti».
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Indizi pesanti... Tu che cosa hai atto?
«Ero confuso... Lei negava di continuo e in Sardegna aveva persino invitato una certa persona insieme alla moglie e ai figli a casa nostra e in barca. In settembre però una sera ho deciso di andare in studio all’“Isola dei famosi”. E li ho capito tante cose... Tutti mi guardavano con imbarazzo. I miei sospetti prendevano consistenza perché la persona di cui dubitavo è subito sparita dalla circolazione. A fine trasmissione mia moglie è uscita senza nemmeno salutarlo. Strano, visto che passavano tutto il giorno insieme per lavoro».
Nell'entourage di Simona si dice che anche tu volevi lasciarla. E che settembre è trascorso parlando di separazione.
«Falso. In settembre avevo organizzato quattro giorni a Parigi con lei e i bimbi per stare un po’ da soli. Una sera le ho detto: “Simona, guardami negli occhi. Se c'è un altro, dimmelo”. E lei: “Non c'è nessun altro!”. Qualche giorno dopo è arrivata la lettera del suo avvocato...».
Nonostante tutto, Simona di te dice ancora: «É stato l'uomo che ho amato di più nella mia vita». Tu, l'unica volta che hai parlato di lei, mesi fa, non sembravi esattamente in brodo di giuggiole...
«Io sono una persona vera, senza fronzoli. Dico quello che penso e da buon toscano lo dico male, senza diplomazia. Chi legge bene quell'intervista, però, legge che di mia moglie mi aveva colpito il cervello, non l'aspetto fisico. E non credo sia un insulto... Detto questo, all'epoca io e Simona guardammo insieme quell'articolo e lei, davanti a me, si fece una risata. Si possono dire e scrivere tante cose ma lei sa benissimo che io l'ho amata tanto quanto lei ha amato me. La differenza è che io non l'ho mai pubblicizzato».
Rifaresti tutto quello che hai fatto?
«Certo. Mi risposerei e farei dei figli. L’ho fatto perché ci credevo seriamente».
A che punto sono i vostri rapporti?
«Ci parliamo attraverso la tata, per via dei bambini. Niente altro».
Simona ha depositato una denuncia per furto contro ignoti: da casa sono spariti asciugamani, argenteria e orologi. Inutile dire che si sono sprecate le illazioni.
«Io a casa sua non ci vado più da mesi e ho restituito le chiavi. Sto aspettando invece che lei, come ha stabilito il giudice, liberi l’appartamento, accanto al suo per consentirmi di stare vicino ai miei figli. Non l'ha ancora fatto e, anzi, mi sta ostacolando».
A proposito di figli: sei stato irremovibile sull'affidamento congiunto. Perché, se sei sempre via per gli allenamenti?
«Perché sono un padre vero, non un padre fantoccio. Voglio essere coinvolto in tutte le scelte educative che riguardano i miei bambini. Li vedo uno, due giorni alla settimana, è vero, ma questo non significa niente come sanno tutti gli uomini che viaggiano molto per lavoro. Tra l'altro diciamolo una volta per tutte: Simona non trascorre più tempo di me con loro».
Cosa ti resta di un rapporto che è stato importante per tutti e due?
«I miei meravigliosi figli. Nient'altro. Ma è moltissimo me».
Anche i soldi di una Ferrari che hai ricevuto per il compleanno e hai rivenduto subito...
«L’unica Ferrari che ho avuto nella mia vita me la sono comprata da solo, non me l'ha regalata la mia ex moglie. Quella è un'altra delle sciocchezze messe in giro ad arte».
L'impressione è che troppe persone abbiano voce in capitolo...
«Esatto. Simona ha cieca fiducia nelle persone che lavorano con lei e con loro divide anche la sua vita privata. Era impossibile rimanere soli. È stato letale».
Sei tu che le mandi mazzi di rose rosse?
«Sono bianche. Comunque no, non avrei motivo! ».
Hai una proposta di titolo, per questo servizio?
«Sì: "Domani è un altro giorno"».
Noi Bettarini amiamo sempre ricordarlo così!