Una mamma impicciona per Scarpati

filmacchia
00martedì 26 ottobre 2004 13:04

Valeria Valeri è sul set con l'attore






Avrà una madre televisiva veramente particolare Giulio Scarparti in Una famiglia in giallo, fiction in sei puntate destinata a Raiuno dove il protagonista, l'ispettore Giovanni Bentivoglio, sarà involontariamente aiutato nel suo lavoro dalla madre Caterina, interpretata da Valeria Valeri, signora del teatro italiano, qui nei panni una accanita lettrice di gialli.

Signora Valeri, tantissimo teatro e poi televisione, cinema e doppiaggio, esperienze in tutti i campi dello spettacolo. Qual è quello che sente più congeniale?
Ho fatto soprattutto teatro, di cinema non molto perchè ero sempre impegnata con il teatro e poi perchè, soprattutto quand'ero giovane, il cinema era praticamente vietato agli attori di prosa, soprattutto alle donne. L'attrice di prosa e quella di cinema erano due cose ben distinte. Ho scelto questo lavoro perchè amo il teatro. Poi certamente, mi piacciono tutti i generi di spettacolo, ho fatto anche tanta televisione.

Ci sono due romanzi sceneggiati che fanno parte della storia della televisione: Il giornalino di Gian Burrasca e La famiglia Benvenuti, in cui lei interpretava un ruolo principale, quello della madre del protagonista. Come adesso in Una famiglia in Giallo.
In realtà La famiglia Benvenuti era una vera e propria fiction, come la intendiamo adesso. Sì, forse la prima fiction, essendo stata scritta appositamente per la TV da Alfredo Giannetti.

Secondo lei, tra il romanzo sceneggiato di ieri e la fiction di oggi come è cambiato il modo di raccontare?
Direi che è cambiata soprattutto la sostanza. Allora lo sceneggiato era la trasposizione televisiva di opere letterarie famose con una trama che aveva una grande forza emotiva. In secondo luogo quei contenuti erano recitati da tutti attori di prosa. Queste sono le due differenze fondamentali. Oggi si vedono molti ottimi lavori. Per quanto mi riguarda, io sono contentissima di fare la televisione. Sono stata felice di prendere parte a La tassista nella parte della madre della protagonista Stefania Sandrelli, che mi ha dato l'occasione di lavorare con un regista come Josh Maria Sanchez. Un'altra esperienza straordinaria si sta rivelando questa Famiglia in Giallo di Alberto Simone, un regista molto sensibile, molto attento alla recitazione.

In questa fiction poliziesca lei ha il ruolo della coprotagonista?
Sì, sono la madre di Giulio Scarpati che è il commissario e collaboro con lui e addirittura a volte lo metto sulla buona strada per risolvere i misteri. Sono sei episodi molto divertenti. Tutto è raccontato in chiave di commedia non di dramma, si parla di delitti ma in modo leggero.

Il personaggio che lei interpreta è appassionato di gialli. Lei lo è davvero?
No, per niente. Nella realtà assolutamente no, non mi hanno mai intrigato.

Adesso dove state girando?
A Orbetello. Prima abbiamo girato in un casale della campagna romana e tra poco, finito qui all'Argentario, ritorneremo a Roma dove si svolgeranno le riprese riguardanti il commissariato, fino al 10 dicembre.

E' vero che la sua prima esperienza è stata radiofonica?
Sì, ma non come attrice, come annunciatrice. La Rai aveva bandito un concorso per radioannunciatrici. La televisione non c'era ancora, era in fase sperimentale. E io vinsi. In realtà fui seconda, ma alle spalle di due ragazze classificate prime a pari merito che facevano già le annunciatrici e che avevano bisogno di partecipare a quel concorso per diventare effettive. Io però nel frattempo avevo ripreso il teatro. Tempo prima avevo seguito un corso di recitazione e al saggio del primo anno aveva assistito Elsa Merlini che mi prese subito in compagnia.

E poi?
Poi feci il gran rifiuto: rinunciai al posto di annunciatrice e intrapresi la carriera teatrale. Capii che quella era la mia strada. Entrai nella compagnia di Laura Carli e dopo in quella di Andreina Pagnani e Gino Cervi. Poi lo Stabile di Genova, Gli Associati con Enrico Maria Salerno, Giancarlo Sbragia e Ivo Garrani, quindi tanti altri attori famosi, mettendo in scena testi di autori come Crommelynk, Odets, Dostoevsky, Shakespeare, Goldoni, Feydeau. E tantissime commedie dato che allora se ne presentavano parecchie in una stagione, non una sola come adesso. Con Ernesto Calindri facemmo diciotto commedie in un anno.

Programmi per il futuro?
Molto intensi. Devo dire che da vecchia mi stanno accadendo delle cose pazzesche. Per carità il teatro l'ho fatto sempre, ho lavorato tutti gli anni senza interruzione, ma anche adesso mi capitano delle occasioni magnifiche. Quando finirò questa fiction e in attesa di altri impegni televisivi, perchi sembra che si farà una seconda serie de La tassista e forse anche un seguito di questa Famiglia in Giallo, io porterò in giro per i teatri un monologo straordinario di un grande autore di teatro francese, giovanissimo ma già famoso. Si chiama Eric Emanuel Smith e ha scritto quattro monologhi sulle religioni monoteistiche, uno più bello dell'altro. Quello sul cristianesimo è affidato a un'attrice e sarò io a farlo.

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