Pavarotti, in 50mila per l'addio
In 50mila hanno detto addio a Luciano Pavarotti. Nel duomo autorità come Prodi e Annan, artisti come Bono, Zeffirelli e Fracci ma anche gente comune. Lungo applauso per l'Ave Verum Corpus cantato da Bocelli dopo la lettura dei messaggi del Papa, della vedova e delle figlie. Standing ovation alla fine del duetto tra Luciano e il padre che è stato fatto riascoltare. Applausi e Frecce Tricolori all'uscita del feretro, poi sepolto a Montale.
LUNGO APPLAUSO DURANTE CORTEO MODENA
Un lungo, continuo applauso ha accompagnato il feretro di Luciano Pavarotti lungo Corso Canalchiaro, nel corteo che ha accompagnato il tenore fino a Piazza San Francesco. Il corteo, fra due ali di gente, è sfilato in mezzo al commosso applauso dei modenesi che lo hanno accompagnato lungo questa ultima passeggiata nella sua città. Da Piazza San Francesco il corteo prosegue, in forma privata, verso il cimitero di Montale Rangone, vicino a Modena, dove Luciano Pavarotti sarà sepolto nella tomba di famiglia.
LA CRONACA DEI FUNERALI
La messa è stata introdotta dall'Ave Maria dall' 'Otello' di Verdi, cantata dalla soprano Raina Kabaiwanska, mentre il canto d'ingresso, dal 'Requiem' di Luigi Cherubini, è stata interpretata dalla Corale Rossini sotto la direzione di Luca Santini (organista Stefano Colò).
Tra i banchi del Duomo - La famiglia, le massime cariche dello Stato e gli amici più cari. Erano loro a sedere nei primi banchi all'interno del Duomo di Modena per dare l'ultimo saluto a Luciano Pavarotti. Accanto al feretro c'erano la vedova Nicoletta Mantovani che indossava una camicia verde un paio di pantaloni neri, a seguire le tre figlie più grandi del tenore Giuliana, Lorenza e Cristina. Dopo di loro la prima moglie del maestro Adua Veroni. Nella prima fila a sinistra c'erano invece il presidente del Consiglio Romano Prodi con accanto la moglie Flavia, il vicepremier Francesco Rutelli e il sindaco di Modena Giorgio Pighi. Sul lato destro, sempre in prima fila, il regista Franco Zeffirelli, il cantante degli U2 Bono Vox, la sua compagna e un altro membro della band.
In chiesa, tra le 700 persone che hanno potuto farvi ingresso, c'erano anche i ministri Arturo Parisi e Giulio Santagata, i sottosegretari Riccardo Levi e Serafino Zucchelli, l'ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, il direttore generale della Fao Jacques Diouf, il viceministro Mariangela Bastico, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, l'assessore Maria Cristina Santandrea in rappresentanza del Comune di Bologna ed il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini. E ancora i tanti amici del mondo della musica e dello spettacolo tra cui Mirella Freni, Carla Fracci, Milly Carlucci, Jovanotti, Zucchero, Tony Renis e Red Ronnie, oltre al giornalista Gianni Minà e la direttore del Metropolitan di New York Joe Volpe.
Le frecce tricolori (Afp)
Il telegramma del Vaticano - Il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato del Vaticano, ha inviato un telegramma al mons. Benito Cocchi, l'arcivescovo di Modena che ha officiato il rito funebre di Luciano Pavarotti. "Appresa triste notizia scomparsa tenore Luciano Pavarotti - si legge nel messaggio - sommo Pontefice esprime sentimenti di cordoglio per dipartita grande artista e con suo straordinario talento interpretativo ha onorato il dono divino della musica. Nell'affidare sua anima alla misericordia di Dio, Santo Padre invoca per familiari et quanti l'hanno avuto caro sostegno speranza cristiana che sola può lenire dolore per grave perdita et invia a lei et partecipanti rito esequiale confortatrice benedizione apostolica".
L'omelia del vescovo - L'arcivescovo Benito Cocchi ha sottolineato che ''la folla che in queste ore ha continuato ad affluire'' è segno ''della stima, affetto e gratitudine nei confronti del grande tenore. Pavarotti non è un forestiero in questa cattedrale, cantava nel gruppo dei ragazzi mentre il padre già faceva parte del coro degli adulti. Cosa resterà di Pavarotti - ha chiesto l'arcivescovo - quando si spegnerà l'emozione di questi giorni? Pavarotti resterà sempre una bandiera di questa città".
La preghiera della figlia Alice
"Papà, so che mi hai tanto amata e so che mi proteggerai sempre. Ti porterò con me nel mio cuore bambino". Queste le parole di una preghiera, a nome della figlioletta Alice, di 4 anni, fatte leggere dalla vedova di Luciano Pavarotti Nicoletta Mantovani all'arcivescovo Benito Cocchi durante la cerimonia.
GRANDE COMMOZIONE
Standing ovation nel Duomo di Modena alla fine del duetto tra Luciano e il padre che è stato fatto riascoltare. La folla ha applaudito commossa per lunghi minuti. Zeffirelli commosso si è seduto, il volto molto teso, vicino a lui Bono non si è stancato di battere le mani. Carla Fracci, anche lei molto commossa, ha chinato il capo coperto da un foulard di chiffon bianco. Nicoletta Mantovani ha singhiozzato a lungo mentre l'arcivescovo Benito Cocchi leggeva una preghiera nella quale lei e la figlioletta Alice ricordavano il grande tenore scomparso. Molto emozionato anche il tenore Andrea Bocelli che, al momento della Comunione, in completo nero, camicia grigia di seta e senza cravatta, ha cantato l'Ave Maria dell'Otello di Verdi, ricevendo un lungo applauso.
Andrea Bocelli (Infophoto)
VINCERO' E LE FRECCE TRICOLORI
Un lungo applauso ha accompagnato la bara di Luciano Pavarotti mentre veniva portata fuori dal Duomo di Modena. A battere le mani, i presenti in Chiesa ma anche la folla in piazza. Il soprano Raina Kabaiwanska ha abbracciato a lungo una delle figlie del maestro. Gli altoparlanti diffondevano le note di "Vincerò" interpretate da Big Luciano. In cielo in volo le Frecce Tricolori mentre dalla folla saliva un altro applauso.
HANNO DETTO DI LUI
Romano Prodi (presidente del Consiglio): "Avete visto tutta la città che rappresentava tutta l'Italia. Pavarotti è stato un grandissimo messaggero del nostro Paese, gli dobbiamo essere tutti molto grati". Queste le parole di Prodi pronunciate in memoria del tenore, appena uscito dal duomo di Modena.
Francesco Rutelli (vice presidente del Consiglio e ministro dei Beni Culturali e del Turismo): "Come hanno scritto i teatri erano troppo piccoli per Pavarotti. Questa folla dimostra che lui è riuscito a fare incontrare la musica colta e la musica popolare. Questo vuol dire anche che la sua memoria e la sua voce non moriranno mai".
Jovanotti: (cantante): "Anche il sole sembra oggi salutare la grandezza di Luciano Pavarotti. Era un uomo generosissimo, un genio, eppure semplicissimo, di una schiettezza e di un meraviglioso spirito infantile: era un grande giocatore. Ti accoglieva nella sua atmosfera e quando eri con lui ti sentivi sicuro".
Vittorio Sgarbi (critico d'arte e assessore alla Cultura del Comune di Milano): "Eravamo molto amici, aveva una vita piena, calda e gli piacevano le donne. La voce era il modo piu'erotico che aveva di esprimere la sua vitalita' e con la voce ha dato felicita' al mondo".
Federico Moccia (scrittore): "Era un uomo con una grande visione. Uno dei pochissimi Grandi che ha saputo parlare ai giovani. La sua idea di aprire le porte della lirica al pop e al rock, insomma alla musica dei ragazzi, è stupenda e gli ha fatto conquistare le simpatie di quella parte di giovani che amava la musica ma non aveva avuto ancora modo di conoscere la differenza". Neanche le sue 'peripezie' private l'hanno mai reso antipatico. Innamorarsi all'eta' di Pavarotti di una donna piu' giovane e per lei lasciare la famiglia e la moglie, che ti ha seguito nelle fasi piu' difficili della vita, puo' stroncare anche la carriera piu' solida. Invece, con lui non è successo, perché l'immagine che ha dato al suo pubblico è stata quella di un uomo tradito da un grande amore e non un traditore".