Il ritorno di Robin Williams

zon@ venerdi
00mercoledì 16 novembre 2005 17:51
In Italia per il lancio di "The Big White" l'attore americano accusa: "Negli Usa la gente ride di Bush"

Dimenticatevi "Good mornig Vietnam", "L'attimo fuggente" "Mrs Doubtifire" e "Hook-capitan uncino": il nuovo Robin Williams è qualcosa di profondamente diverso. Più malinconico, di certo ironico e tagliente, leggermente invecchiato, attento all'introspezione e alla complessità della natura umana. E così, a tre anni di distanza di "One hour photo", film in cui interpretò un maniaco ammalato di solitudine, l'attore è tornato in Italia per presentare il suo nuovo film, "The big White", (in uscita in tutta Italia venerdì prossimo) in cui interpreta uno sfortunato agente di viaggi che, per amore della moglie, non esita a infrangere la legge e a diventare un truffatore. Nel tentativo di incassare una polizza da un milione di dollari, Paul Barnell (Robin Williams) non esita infatti a simulare la morte del fratello scomparso 5 anni prima. Alla fine risucirà a incassare i soldi che gli servono per curare la moglie ma sarà smascherato da un giovane perito delle assicurazioni (Ted Watters interpretato da Giovanni Ribisi). L'intreccio delle loro storie, private e professionali, è sorretto da un unico filo conduttore: la forza dell'amore e la follia a cui questo può a volte condurre. Se sullo schermo Robin Williams interpreta il ruolo di un cinquantenne innamorato e malinconico, dal vivo è tutta un'altra musica.

Mr. Williams, i suoi ultimi film si soffermano sui problemi della psiche umana: perché?
Questo studio mi ha sempre affascinato. Quando ho girato "Risvegli" ho conosciuto Oliver Sacks (autore del libro da cui è tratto il film, n.d.r.) che a sua volta mi ha presentato tutta una serie di personaggi "strani" su cui ho iniziato a lavorare. Per ottenere un buon risultato è infatti necessario fare più ricerca possibile, essere il più accurato possibile

Questo è un film sulle follie d'amore. Lei, in vita sua, ne ha mai fatte? Certo, mi sono sposato! (ride)

A proposito di matrimonio, in questo film le due figure femminili sono idilliache, sempre pronte a salvare il marito o il compagno e a sacrificarsi per lui. Lei crede che sia questa la funzione della donna nella realtà?
Certo! Mia moglie mi salva tutti i giorni: è grazie a lei che sono qui, altrimenti non ci sarei. Sono più intelligenti, riescono a districarsi meglio in situazioni complesse di quanto possa fare un uomo...

Questo, dopo "Insomnia" è il secondo film che ha girato in Alaska...
Sì, è vero. È un Paese stupendo, molto lontano da noi. Se ti perdi in macchina rischi di morire assiderato. Guidare, lì in Alaska, non è facile per niente: oltre alla tempeste di neve a volte c'è la nebbia che ti complica la vita. E poi in città passeggiano tranquillamente gli animali... Tutto però è destinato a cambiare e molto rapidamente: da poco, in Alaska, hanno scoperto il petrolio...

A proposito di petrolio, disturbi mentali e comportamentali... Come spiega la rielezione di G.W. Bush in America?
Forse agli americani avevano messo qualcosa nell'acqua, forse Berlusconi (ride n.d.r.)... Ma voi non siete quelli che avete eletto Cicciolina? In realtà Bush è stato bravissimo a istillare paura nella gente, che continua a ignorare la verità: non c'è nessuna prova dell'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Anche a livello economico le cose non vanno meglio, l'inflazione è alle stelle e il Paese è al fallimento completo.

Eppure lei si è esibito spesso davanti alle truppe in Iraq e Afghanistan...
Il fatto di andare lì non vuol dire essere fan di Bush. I nostri soldati sono ragazzi eccezionali: non voglio che si sentano soli. La guerra in Iraq è ancora al centro dell'attenzione ma di quella in Afghanistan non si parla quasi più.

Lei conosce il cinema italiano? C'è un attore con cui vorrebbe lavorare?
Sicuramente Roberto (Benigni, n.d.r.) è un comico brillante, mi diverte moltissimo. Si può permettere di scherzare perfino sul Papa (e incomincia a imitare il Papa in varie versioni: prima tedesco, poi sudAfricano, poi rapper, ndr.).

A questo punto della sua carriera, ha mai pensato di fare il regista?
Nooo, non ne ho nessuna intenzione. Conosco bene la pressione che devono sopportare i registi, sia i piccoli che i grandi. Diventare regista o produttore è una capacità che alcuni attori hanno, altri no. Io, sinceramente, non voglio neppure esplorare questa possibilità, non mi interessa. Non sono mica George Clooney: lui è un Dio, lui fa tutto, lui può tutto.
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