Con me scompare l'unico autentico cattivo di «E.R.»

filmacchia
00mercoledì 13 ottobre 2004 23:20


Paul McCrane racconta come (a malincuore) è uscito dal telefilm con un colpo di scena che in America ha avuto 23.500.000 telespettatori


Ucciso e incenerito, nel Giorno del Ringraziamento, da un elicottero in fiamme piovuto dal tetto dell'ospedale. Così è uscito di scena Robert Romano, soprannominato «missile», l'irascibile chirurgo interpretato in «E. R. - Medici in prima linea» da Paul McCrane.
L'incredibile sequenza è stata trasmessa da Raidue l'11 ottobre, nell'episodio dal titolo «Storie di ordinaria follia» (in originale era «Caduta libera»). Romano si trova all'esterno del Pronto Soccorso, nell'area riservata alle autoambulanze. Il chirurgo è appena sceso dal tetto dell'ospedale dove avrebbe dovuto aiutare a far salire su un elicottero privato un paziente in barella. Glielo ha impedito il ricordo della tragedia di un anno prima, quando un altro elicottero gli tranciò di netto il braccio sinistro. Ed eccolo lì, spaventato e forse consapevole di essersi presentato puntuale a un nuovo appuntamento con la morte. Osserva frastornato quello che gli succede intorno, come se fosse la prima (o l'ultima) volta. Ma è solo un attimo. Anche negli ultimi istanti di vita, infatti, il lato più duro del suo carattere prende il sopravvento. Una strigliata in perfetto stile Romano al tirocinante Morris (Scott Grimes), sorpreso a fumare quello che sembra uno spinello, è il suo ultimo atto di uomo e di capo del Pronto Soccorso. Qualche secondo dopo, l'elicottero, appena decollato, perde quota e inizia a precipitare. Romano lo vede arrivare, ma ha soltanto il tempo di buttarsi a terra urlando.
Negli Stati Uniti, il 20 novembre dello scorso anno, l'episodio è stato seguito da circa 23.500.000 telespettatori (miglior risultato della serie in due anni) del tutto impreparati a una tale sorpresa. (...) Paul McCrane, l'attore che in sei anni ha saputo entrare nel cuore dei fan pur interpretando un personaggio difficile da amare, ha accettato a malincuore la decisione dei produttori di fare a meno del suo personaggio: «Hanno ritenuto che Romano non avesse più niente da dire e, per questo, hanno scelto di farlo uscire di scena prima che il pubblico si stancasse di lui». McCrane è comunque rimasto in buoni rapporti con la produzione e in gennaio ha diretto l'episodio che vedremo l'8 novembre. Di Romano conserva un ottimo ricordo: «Mi sono divertito molto a interpretarlo. Certo, non si faceva voler bene, ma di tanto in tanto alcuni comportamenti hanno rivelato la sua umanità».
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L'addio a Romano è soltanto l'ultimo di una lunga serie. Le defezioni nel cast si sono susseguite numerose nel corso degli anni, quasi sempre motivate dal desiderio degli attori di sottrarsi ai massacranti ritmi di lavoro imposti dalla produzione. La prima a non reggere più alla fatica fu Sherry Stringfield (Susan Lewis) che lasciò il cast nel 1996, all'inizio della terza stagione, per poi ritornare cinque anni dopo. Nel 2000 la Nbc offrì 27 milioni di dollari a Julianna Margulies pur di convincerla a interpretare Carol Hathaway per altri due anni; e, infine, gli abbandoni di Eriq LaSalle (Peter Benton) e Anthony Edwards (Mark Greene). Per i fan della serie, il distacco più doloroso è stato quello da George Clooney, unica grande star lanciata da «E.R.».
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Nel frattempo, per i milioni di appassionati di «E.R.» sono in arrivo altre sorprese. A partire dal ritorno a Chicago di John Carter (Noah Wyle). Nell'episodio in onda il 18 ottobre scopriremo come è cambiata la sua vita dopo tre mesi passati in Congo.

La versione integrale dell'articolo di Antonio Mustara è pubblicata sul numero 42 di "Tv Sorrisi e Canzoni" in edicola da martedì 12 ottobre 2004.


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