Gallica Asia
Aggressiva ma fragile - Oggi in Francia esce Transylvania di Tony Gatlif. Film obliquo, difficile e gitano che ha come protagonista Asia Argento. Proprio l'attrice italiana per il quotidiano francese Le Monde, che le dedica una lunga intervista, è "un'icona della sua generazione": diretta, esplicita, dark, la figlia di Dario incarna in sé il malessere dei trentenni di oggi. Niente a che vedere con i vari Muccini ovviamente: Asia è diva - contro, sa scegliere, rischiare, sbagliare, per questo lavora con registi che gli altri attori italiani potrebbero solo sognarsi. Secondo Le Monde uno dei motivi per cui è simbolo di una certa generazione è il suo lavoro da regista, due soli titoli, Scarlet Diva, Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, fortissimi. La stessa Asia giudica il suo esordio, Scarlet Diva, "un film impudico, di cui oggi mi vergogno un po'" e continua dicendo che l'aggressività che generalmente mostra è giustificata dal suo bisogno di proteggersi: "ho bisogno di rifugiarmi in un lavoro creativo perché non sono a mio agio nella vita".
Asia per tutti i gusti - In Italia ha lavorato con grandi registi: esordisce con Sergio Citti, recita con Moretti, lavora per tre volte con papà Dario (Trauma, La sindrome di Stendhal, Il fantasma dell'opera) e ancora Placido, Piccioni, Verdone, Del Monte (in Compagna di viaggio è magnifica); per quello che riguarda l'estero le sue collaborazioni stupiscono addirittura. Nemmeno ventenne raggiunge una grande notorietà con La regina Margot di Patrice Chéreau, poi lavora con i registi più cult in circolazione. Abel Ferrara la dirige nell'estremo New Rose Hotel, Romero nell'ultimo grandioso capitolo dedicato agli zombi, Gus Van Sant le affida il ruolo di una donna molto dark nel bellissimo Last Days, mentre aspettiamo di vederla in Maria Antonietta della Coppola. Da poco l'attrice ha finito di girare Une vieille maitresse, il nuovo film di Catherine Breillat, di cui dice: "ha bisogno di lavorare nella tensione, mi diceva delle cose che mi facevano male, mi faceva piangere".
France italienne - La cinematografia francese è per stili e racconti la più accomunabile alla nostra e non è un caso che tra i due mondi cinematografici ci siano delle corrispondenze, delle affinità. Tra la Argento, nuova conquista, la Morante, nell'ultimo Resnais, e nel film candidato all'Oscar per il paese straniero e la Bellucci che dice "chiamatemi Monique", l'affinità elettiva tra i due paesi investe anche gli attori nati nella terra di Napoleone. Due esempi: Isabelle Huppert è stata magnifica interprete di molti nostri grandi autori, Bolognini, Ferreri, i Taviani, e Daniel Auteil che sarà anche nel prossimo Virzì ha lavorato spesso nel nostro cinema.