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A Napoli il Gay Pride Nazionale

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 00:41
26/06/2010 00:09
 
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A Napoli il
Gay Pride Nazionale

È cominciato il count down per la sfilata del Pride 2010, targata Napoli (la prima risale al 1996) che concluderà la manifestazione nazionale organizzata dal Comitato Napoli Pride, che riunisce le associazioni Arcigay Napoli, Arcilesbica Napoli i Ken Napoli, Atn, Famiglie arcobaleno, con il patrocinio ed il sostegno del Comune di Napoli, ed il patrocinio morale della Regione Campania. Napoli sarà capitale dell'orgoglio Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer ed intersessuali): il conto alla rovescia è iniziato stamani dopo la conferenza stampa di presentazione avvenuta nella sala giunta del Municipio, alla presenza del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.

«Oggi e domani sono due giornate di gioia, in una città piena di problemi, ed occasioni come queste sono pochissime, in cui cercheremo di offrire, insieme alla comunità gay, un atto di orgoglio: domani, è una giornata di orgoglio». Così il primo cittadino di Napoli. «Sembra non esistano più diritti, ma solo forti contrapposizioni», ha aggiunto il sindaco, riferendosi alla battaglia intrapresa dal Pride per l'affermazione dei diritti dei cosiddetti diversi. «Noi amministrazione comunale, vogliamo essere orgogliosi perchè esprimiamo quanto di meglio c'è nella nostra Costituzione. Abbiamo l'orgoglio di chi sa di essere portatore di idee, solidarietà». Giordana Curati, dell'Arcilesbica Napoli, si è soffermata sull'importanza della manifestazione di domani: «Da Napoli - ha detto - può essere promosso un progetto di forte sensibilizzazione sui nostri obiettivi, della nostra battaglia per il riconoscimento di diritti sociali, civili e per la libertà anche per i gay». Intanto, ferve l'attività per la preparazione dei carri allegorici (sono 17) e del corteo che attraverseranno la città, partendo da piazza Cavour per concludersi in piaza del Plebiscito dove si esibiranno numerosi artisti, tra cui Angela Luce, Raiz, Nino D'Angelo, Luisa Corna, Viola Valentino, Gianni Simioli.
25 giugno 2010

l'U


27/06/2010 00:48
 
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Gay Pride a Napoli, fischi contro Concia:
«Ha incontrato Casa Pound»

Qualcuno indossa un abito da sera pieno di pailettes, qualcun altro solo uno slip. I cattolici si confondono con gli esponenti di Rifondazione Comunista, mentre i 'femminiellì passeggiano con gli 'orsì, omo con barba in bella mostra. Sfila l'orgoglio omosessuale a Napoli. E Napoli lo accoglie in pieno. Chiaro il messaggio: «Basta omofobia». Dopo quattordici anni, gay, lesbiche, transessuali - per la prima volta tutti insieme anche gli appartenenti ai gruppi cattolici e cristiani - sono tornati all'ombra del Vesuvio. Lo hanno fatto con canti, balli, con uno slogan, 'Alla luce del solè. E a testa alta. Famiglie, testimonial, giovani e meno giovani hanno attraversato il cuore della città: «in 150mila - dice il presidente Arcigay, Paolo Patanè - una cifra che potrebbe salire a 300mila se consideriamo la gente che ha assistito e si è fermata».

Forza Nuova ha distribuito volantini per protestare contro il corteo. Secondo quanto riferito da I-Ken lanciate qualche uova durante il passaggio dei carri. Qualcuno, poi, ha fischiato contro la deputata del Pd, Paola Concia. «Ha incontrato a Roma quelli di Casa Pound, difendendo i loro diritti - ha affermato uno dei ragazzi - ma non ha voluto parlare con noi». Gli unici momenti di poca allegria in un pomeriggio che è stato di festa.

Lo ha sottolineato anche il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. «Sono contenta per come si è svolta la manifestazione di Napoli, all'insegna del rispetto e della pacificazione - ha detto il ministro - Mi dispiace per qualche fischio all'onorevole Paola Concia alla quale va tutta la mia solidarietà». «Per convincimento personale e per il ruolo che svolgo - ha aggiunto Carfagna - non posso che stare dalla parte di chi chiede di cancellare le discriminazioni, annullarle, e si batte contro tutti i pregiudizi, compresi quelli legati all'orientamento sessuale o alla differenza di genere. Davanti a manifestazioni come queste il compito delle istituzioni è quello di aprire le orecchie e ascoltare».

Oggi, a Napoli, c'era anche chi prese parte al Gay Pride di 14 anni fa. È Vanni Piccolo, ora ha 70 anni. La differenza con allora? «Oggi siamo tutti alla luce del sole - risponde - Ma le istituzioni cittadine ci sono state vicine nel '96, con Bassolino sindaco, e oggi ancora di più con Rosa Russo Iervolino». Da una Lettonia piena zeppa di discriminazioni, a sfilare anche Kaspars Zalitis, attivista di Amnesty International. «Questa manifestazione spero di poterla vedere nel mio Paese tra dieci anni», dice e racconta: «Lo scorso anno il gay pride a Riga si è svolto su un percorso di soli 250 metri, eravamo scortati da migliaia di poliziotti mentre dai lati delle strade migliaia di persone ci tiravano sassi e petardi». A Napoli, oggi, tutta un'altra storia. Applausi al passaggio del corteo, in ogni punto della città. 'Amare è un diritto umano«, si legge su un cartello, 'Libera di essere lesbica» su un altro. Luxuria ammette: «Napoli ci ha accolto alla grande». E cita anche il cardinale Crescenzio Sepe: «Credo che sia una grande cardinale per l'apertura mentale che ha dimostrato incontrando associazioni omosessuali della città e per non aver scritto nessun comunicato contro questa sfilata». Il primo cittadino, Rosa Russo Iervolino, che ha sfilato, è contenta: «La Napoli che oggi sta sfilando è quella della 'Resistenzà, delle Quattro Giornate della solidarietà e dell'allegria». E mentre qualcuno guarda ad altre città («Milano e Roma devono trarre lezione da questo corteo»), Patanè, organizzatore del Gay Pride, si dice soddisfatto: «Napoli ha dimostrato di essere all'altezza della sua storia».
26 giugno 2010

l'U


27/06/2010 00:53
 
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Gay Pride Libertà e civiltà

di Anna Paola Concia
Cari amici e compagni eccoci arrivati al Pride Nazionale. Quest’anno si svolge a Napoli, torna al sud dopo 7 anni e questo è già molto importante. Oggi tutti i gay lesbiche e trans si troveranno nella città partenopea per regalare parole e gesti di civiltà, parole e gesti di libertà, parole e gesti di amore. Perché di questo si tratta, questo è il Pride. Perciò le discussioni un po’ “pelose” che ogni anno ritornano sulla opportunità del Pride, ormai mi fanno ridere. E non bisogna più prenderle sul serio. Anche perché i politici italiani che si attardano in commenti irriverenti verso il Pride non ne hanno mai visto uno. Mica sono i politici inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, danesi, olandesi, ecc... di destra e di sinistra che ogni anno naturalmente partecipano a questo appuntamento. Siamo diversi anche in questo. In peggio come al solito. Faccio una proposta ai miei colleghi allora: metto in piedi una delegazione di parlamentari rigorosamente di destra e di sinistra che nel 2011 parteciperà all’ EuroPride: la dovete prendere come una visita guidata, una partecipazione educativa al Pride. Vi guido io, vi faccio vedere cosa è il Pride veramente, cosa è profondamente. Anche perché ci saranno i politici di destra e di sinistra da tutta Europa a Roma. Che facciamo non facciamo i padroni di casa? Non è uno scherzo provo a metterla in piedi davvero e vedrete che guardare con i vostri occhi vi sorprenderà. La vita è molto meglio dei vostri pregiudizi. E a tutti i democratici italiani vicini e lontani dal Pd dico: come dice Bersani dobbiamo tenere insieme la battaglia democratica con la battaglia sociale, e dentro quella battaglia democratica ci sono i diritti di cittadini e cittadine che diritti non hanno. Quale democrazia si può chiamare tale se esclude, discrimina in modo odioso ripetuto e indifferente i suoi cittadini? No la parola democrazia è a rischio anche perché noi omosessuali e trans siamo fuori dalla cittadinanza. È un pericolo tanto quanto la legge bavaglio. Vorrei che ci fosse consapevolezza di questo aspetto del pericolo democratico. Possiamo dircelo? Fino in fondo così non è. Per questo tutti dobbiamo fare in modo che i diritti civili siano parte di una idea di società, non diritti a parte. Dipende da noi omosessuali e trans che facciamo questa battaglia, ma dipende anche da tutti i cittadini democratici. Questo paese torna indietro anche perché tutti coloro che hanno a cuore una società migliore non annoverano tra le battaglie fondamentali la battaglia sui diritti lgbt. E allora forse facciamo così la gita educativa al Europride è aperta a tutti. Sono aperte le adesioni.
26 giugno 2010

l'U


27/06/2010 19:23
 
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dopo il 2000 a roma l'interesse per il gay pride è andato via via scemando purtroppo!



04/07/2010 00:41
 
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Attacchi a Gay Pride e Gay Village



Contro il Gay Pride di oggi, sabato 3 luglio a Roma, manifesti che coprono quelli della manifestazione, scritte di Militia Christi e, parallelamente, nella sera di venerdì 2, un'aggressione con lancio di petardi al Gay Village.

La copertura dei manifesti, azione che va contro ogni principio di democrazia, viene perfino rivendicata con orgoglio. Scrive il Comitato «Roma per la famiglia»: «Nella notte sono stati coperti tutti i manifesti del Gay Pride apparsi a Roma, trasformando la scritta Roma è gay in Roma per la famiglia. Una iniziativa goliardica ma carica di significato, per ribadire la contrarietà dei cittadini romani al riconoscimento dei matrimoni gay e all'adozione di figli da parte di coppie gay. Da Via Labicana a Via Cristoforo colombo, da Castro Pretorio a Porta Pia ogni manifesto grida il bisogno di famiglia che ormai è impellente in Italia per rispondere alla crisi antropologica che attraversa la nostra società». E chi la pensa o vuole vivere in altro modo (e poi bisogna vedere quale famiglia hanno in mente questi signori)? Tanto più che si arrogano il preteso diritto di parlare a nome dei cittadini romani quando molti non la pensano come loro.

La copertura dei manifesti fa il paio con il movimento politico estremista Militia Christi. Che ha affisso uno striscione pesante e offensivo affisso nei pressi del Colosseo: «Gay pride: diritti alla perversione!». L'organizzazione di militanti di destra e integralisti spiega di averlo affisso «in occasione del nefasto gay pride 2010» che si terrà oggi pomeriggio per le strade di Roma, con partenza alle 16.30 da Piramide e sfilata lungo il centro storico, compresa piazza del Colosseo. «L'iniziativa - spiega il movimento sul proprio sito - vuole rimarcare come manifestazioni del genere, oltre ad essere oscene ed immorali, nonché lesive del carattere sacro della città eterna, come capitale del cattolicesimo, e profondamente anticristiane, con parodie del Papa e insulti alla Chiesa, siano anche negative per tutti quegli omosessuali onesti che vivono la propria condizione con disagio e non condividono la mentalità delle lobby omosessuali».

Affermazioni simili, come si suol dire deliranti, sono il classico terreno di coltura per altro tipo di azioni. Si registrano infatti due feriti, lievi, al Gay Village di Roma per il lancio di petardi. «Tentativo di aggressione nella notte al Gay Village a Roma. Ignoti hanno lanciato dei petardi nell'area del villaggio ferendo lievemente due persone. non ci sono state conseguenze gravi e la serata si è conclusa come sempre». Lo denuncia un comunicato. «Non ci sono stati danni alle persone, e questo è quello che ci interessa - scrive nella nota Anna Chiara Marignoli, responsabile della direzione artistica - ma la cosa sconcertante è che qualcuno vuole rovinare la festa a tutte le persone che, serenamente, affollanno il Gay Village tutte le sere. È un luogo pacifico di aggregazione e intrattenimento culturale e danzante, e tale deve restare nell'interesse di tutti. Il Village sta dimostrando di essere patrimonio della città di Roma, della comunità gay e non solo e per questo va tutelato». «Sono esterrefatta di fronte a quanto accaduto nel tentativo di aggredire la comunità del Gay Village», dichiara in una nota Imma Battaglia, presidente di “dì gay project” e tra gli organizzatori del Village. «L`idiozia si può appalesare in tante forme, e il lancio di petardi al Gay Village ne è uno degli esempi più beceri», dichiara Giorgio Ciardi, delegato del sindaco per le Politiche della sicurezza, che esprime «solidarietà alle persone colpite da questo gesto».
03 luglio 2010

l'U


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