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A Sanremo Povia canta "Luca era gay"

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2010 01:24
23/12/2008 08:39
 
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Ho letto il titolo della canzone che Povia porterà a Sanremo il prossimo febbraio: Luca era gay.
Dopo aver vinto l'isola possiamo aspirare a vincere anche il festival della canzone italiana? [SM=x432732]



23/12/2008 10:46
 
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opo due anni dalla sua vittoria sul palco dell’Ariston e dopo l’ormai celebre amico valso lo scorso anno il secondo posto ad Anna Tatangelo, Giuseppe Povia torna sul palco di Sanremo con una canzone dal titolo “Luca era gay“.

Il titolo del brano, inedito per regolamento, sembra già non lasciare dubbi sul tem trattato e sulle posizioni dell’autore. Effettivamente ricordiamo molto bene come Povia non sia del tutto nuovo a nette prese di posizioni pubbliche su questioni del mondo LGBT. Ormai celebre è rimasta una sua intervista a Panorama in cui dichiarava:

“Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay: è durata sette mesi, poi l’ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati”

non mancando di precisare che non esistono a suo parere famiglie lesbiche e gay e che le persone omosessuali non dovrebbero poter adottare dei bambini.
23/12/2008 17:27
 
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si ricordo di ste affermazioni , bha non ho parole.
Quindi parlera' di un suo amico che si era "convertito" ad essere gay e che lui il Pontefice Povia ha convertito all'essere etero?!,incredibile !! .... [SM=x432746]
[Modificato da Xander_85 23/12/2008 17:34]



Per ogni generazione c'è una prescelta che si erge contro i vampiri, i demoni e le forze del male. Lei è la Cacciatrice!!(Buffy The Vampire Slayer)
23/12/2008 21:07
 
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Festival di Sanremo 2009: Povia con il gay guarito
Il Festival di Sanremo 2009 fa gia’ parlare di se’, nonostante manchi molto tempo ancora al via della kermesse canora italiana. A creare qualche discussione e’ il brano che Francesco Povia presentera’: il titolo e’ “Luca era gay“. L’Arcigay non ci sta e grida allo scandalo: si rischia di scatenare sentimenti omofobici.


L’Arcigay vuole bloccare il Festival se la canzone di Povia dovesse risultare omofoba. “Il titolo del brano, inedito per regolamento, sembra gia’ non lasciare dubbi sul tema trattato e sulle posizioni dell’autore. Ormai celebre e’ rimasta una sua intervista a Panorama in cui dichiarava: ‘Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay: e’ durata sette mesi, poi l’ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposati“.

L’Arcigay crede che il titolo della canzone si possa riferire a quel Luca Tolve, un ex gay che a suo dire era guarito con le teorie di Joseph Nicolosi. “Se Bonolis e il suo direttore musicale intendono mandare in scena uno spottone clerical reazionario contro la dignita’ delle persone omosessuali, sappiano fin d’ora, che la nostra reazione sara’ durissima, rumorosa e organizzata“.
[Modificato da ciacchi 23/12/2008 21:25]
24/12/2008 00:46
 
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se ne parla e si scrive anche sulle testate nazionali
http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/cronaca/guarigay/guarigay/guarigay.html

a mio parere è ridicolo cercare di "guarire" un gay che non ha bisogno di guarire perchè è sano solo che ama persone del suo sesso

diversa è la storia dei bisex come il sottoscritto
come ho spiegato in altro 3ead pur piacendomi gli uomini, amo solo le donne
e secondo alcune mie ex, alle quali non nascondevo la mia natura
io non sarei gay, mi sarei fissato di esserlo
invece non è vero: a me piacciono gli uomini, anzi li preferisco alle donne ma sono stato abituato fin dall'inizio della mia vita sessuale a fare l'amore con le donne
mi piaceva e continuo a farlo, ma le ho rese tutte infelici perchè non sono capace di amarle e mi interessano poco

suppongo che per qualcuno ancora più strano di me, sia possibile diventare etero in tutti i sensi, ma sono casi rari e riservati solo ai bisex

certamente ci sono parecchi gay che si sposano ed hanno figli ma che non si realizzano, soffrono e fanno soffrire le loro donne
perchè? solo perchè essere gay è sconveniente?
solo perchè la morale, la religione lo vogliono?
questo è assurdo e va combattuto
ognuno ha il diritto di vivere secondo la propria natura che nessuno sceglie ma è una condizione che ognuno si ritrova sulla propria pelle
24/12/2008 02:52
 
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ci tocca leggere prima il testo della canzone. certo è che se fosse davvero un inno alla guarigione dall'omosessualità, si sarebbero tutti i presupposti per una denuncia collettiva a povia e a chi gli ha scritto la canzone.



30/12/2008 14:21
 
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Caterina Balivo l'ha definito poco fa(alle 2:12)1 grande artista [SM=x143698]
Come dire ke stanno cominciando a fare la santificazione di qst CIALTRONE x mettersi in 1 posizione di vantaggio nella guerra ke si formerà,segno ke il progetto antigay è stato preparato con cura,a tavolino [SM=x143640]



Viviamo in 1 brutto,in 1 pessimo momento storico [SM=x143598]
30/12/2008 14:42
 
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Re:
g, 30/12/2008 14.21:

Caterina Balivo l'ha definito poco fa(alle 2:12)1 grande artista [SM=x143698]
Come dire ke stanno cominciando a fare la santificazione di qst CIALTRONE x mettersi in 1 posizione di vantaggio nella guerra ke si formerà,segno ke il progetto antigay è stato preparato con cura,a tavolino [SM=x143640]



Viviamo in 1 brutto,in 1 pessimo momento storico [SM=x143598]



ah vabbè quella pompinara della balivo può dire ciò che vuole!! [SM=x432725]



30/12/2008 19:41
 
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per ora si sa che il luca della della canzone è morto in un incidente stradale mentre era al suo fianco uscendo da una discoteca, quindi l'imperfetto usato nel titolo potrebbe essere riferito al fatto che luca non c'è più
31/12/2008 08:35
 
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Re:
ciacchi, 30/12/2008 19.41:

per ora si sa che il luca della della canzone è morto in un incidente stradale mentre era al suo fianco uscendo da una discoteca, quindi l'imperfetto usato nel titolo potrebbe essere riferito al fatto che luca non c'è più




a meno che non abbiano cambiato il senso del testo all'ultimo minuto per evitare critiche...
cmq ho sempre detto fin dall'inizio che era necessario aspettare l'uscita del testo per giudicare. basare tutto su un titolo mi sembra eccessivo.



31/12/2008 12:55
 
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la replica di Povia
http://www.corriere.it/spettacoli/08_dicembre_31/povia_canzone_gay_sanremo_ca5bd3e2-d721-11dd-ad28-00144f02aabc.shtml
01/01/2009 19:10
 
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Re:
GayAbruzzo, 31/12/2008 8.35:




a meno che non abbiano cambiato il senso del testo all'ultimo minuto per evitare critiche...




non penso perchè ricevere critiche sarebbe stato positivo per la canzone, per il cantante e soprattutto per sanremo
[Modificato da ciacchi 01/01/2009 19:11]
01/01/2009 19:15
 
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Polemica per il brano che porterà a sanremo: «È una storia vera»
«La canzone sui gay mi farà perdere fan»
Povia: «Per molti è un nervo scoperto, su certi temi c'è troppa intolleranza»

Povia
MILANO — «Evidentemente oggi quando si parla di gay a qualcuno è come se gli toccassi un nervo scoperto». Giuseppe Povia sarà in gara a Sanremo 2009 col brano «Luca era gay». All'annuncio del titolo sono piovute le critiche, in gran parte dall'Arcigay che aveva anche ricordato delle vecchie interviste nelle quali il cantante di «I bambini fanno oh» aveva dichiarato che «gay non si nasce, lo si diventa in base a chi frequenti».

«Un tempo c'era evidentemente meno attenzione o più tolleranza — commenta Povia —. Rileggetevi il testo di una delle prime canzoni dei Pooh, "Pierre", e passaggi come "penso a te, nei tempi della scuola con noi, sottile pallido un po' perso, tu già da noi così diverso triste... penso a te ricordo si rideva tra noi di quel tuo sguardo di bambina di quella tua dolcezza strana triste...". Sono convinto che se allora ci fosse stato l'onorevole Grillini sarebbe insorto contro un brano che identificava nella fisiognomica e negli atteggiamenti la diversità del protagonista».

E aggiunge: «Io non generalizzo. Racconto la storia vera di un ragazzo che da gay passa a eterosessuale. Poi, senza conoscere la canzone, è esplosa la polemica. Ringrazio. Ma mi aspetto che il pubblico la apprezzi. E colga l'impegno nell'affrontare tematiche che in genere vengono evitate».
Una gay, su un blog, ha attaccato Povia duramente. «Se tu da gay non eri felice non vuol dire che non lo siano gli altri. Con la tua canzone cosa vuoi dimostrare? Che l'omosessualità è una malattia? Una perversione? Sai quanta gente si sentirà incoraggiata a esprimere odio nei confronti dei gay? A questo ci pensi? Se ti servono soldi facciamo una colletta... ma non giocare con la vita delle persone».
Povia, come risponde? «Io racconto la storia di uno, non quella di tutti. Nessuna malattia, nessuna guarigione. Non prendiamoci in giro, non sarò io o una canzone ad istigare manie suicide, omicide o odio». Poi rivolgendosi direttamente all'autore della lettera aggiunge: «Con questo polverone dimostrate che predicate la democrazia e la libertà di pensiero, ma non appena si tocca l'argomento gay vi incazzate e minacciate "attacchi durissimi". Probabilmente tu con l'Arcigay non c'entri niente e so benissimo che l'Arcigay non è la voce onnipotente di tutti i gay. Non ho bisogno di soldi e non lo faccio per la pubblicità, non essere superficiale, se fai uno più uno vedrai che perderò un sacco di fan, come mi sta già capitando, ma questo l'avevo preventivato. Io vado fino in fondo perché credo nelle mie idee e le porto avanti».

Povia ha una sua teoria. «Credo che ci sia una intolleranza sul fatto che il tema venga comunque rappresentato, non importa come. Basti pensare alle polemiche che hanno accompagnato lo scorso anno "Il mio amico" di Anna Tatangelo. Racconto una storia vera che è molto bella e portatrice di valori positivi. Almeno secondo la mia morale, la mia verità. Non faccio prediche». E aggiunge: «D'altra parte il destino dei cantautori è quello di essere strumentalizzati o fraintesi. Mi hanno fatto passare per ciellino solo perché ho partecipato al "Family day", quando in realtà sono sposato solo civilmente e non ho nemmeno battezzato le mie figlie».

Povia non è nuovo a canzoni che scatenano polemiche. Basti pensare a «Vorrei avere il becco», sulla fedeltà coniugale da difendere a ogni costo con la quale vinse il Festival di Sanremo 2006. «Luca era gay» farà parte di un album intitolato «Centravanti di mestiere», «storia di un centravanti che prova a spostarsi a destra e non cambia nulla, a sinistra, uguale. Alla fine, in campo come nella vita, è bello giocare sul filo del fuorigioco e al novantunesimo, nella mischia, segnare».


Mario Luzzatto Fegiz
31 dicembre 2008
01/01/2009 19:43
 
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ma perchè dovremmo essere rappresentati da individui come povia e la tatangelo? aiutoooooooooooooooo



07/01/2009 20:24
 
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Festival di Sanremo 2009: minacce di morte a Povia
Povia e’ al centro di polemiche dell’Arcigay per la canzone che presentera’ al Festival di Sanremo 2009. E che parla di un ragazzo omosessuale che, a quanto pare, e’ stato guarito. Ma non solo le polemiche. Povia e’ al centro anche di una serie di minacce di morte nei suoi confronti.

“Ricevo minacce di morte e lettere minatorie, ma non rinuncio a Sanremo e non cedo alle intimidazioni“, queste le parole rilasciate dal cantante, che poi aggiunge: “Non sarà certo l’Arcigay a fermarmi“, difendendo la sua canzone “Se Bonolis mi ha scelto, avrà valutato bene; ci fosse stato Baudo non so: non credo mi percepisca nel suo Dna“.

Ma Franco Grillini, che per primo lo ha accusato, non tira certo indietro le sue accuse: “Povia ha fatto un’operazione disgustosa: farsi pubblicità speculando sulle sofferenze delle persone. L’omosessualità viene considerata come una malattia da cui guarire. E siamo stupefatti per come Bonolis abbia accettato questa squallida operazione pubblicitaria“. E intanto, pero’, la pubblicita’ al Festival di Sanremo, seppur indiretta, c’e'…
07/01/2009 21:50
 
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Re:
GayAbruzzo, 01/01/2009 19.43:

ma perchè dovremmo essere rappresentati da individui come povia e la tatangelo? aiutoooooooooooooooo



me lo chiedo anche io [SM=x432724]
16/07/2010 01:24
 
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‘Ero gay e di sinistra. Ora sono sposato’
Leggo dal sito Internet di TgCom l’ennesima baggianata sul personaggio della celeberrima canzone di Povia, Luca era gay.

Leggo con sgomento le dichiarazioni di tale Luca, che sarebbe passato da una vita in cui “sbranava” gli uomini con gli occhi a un’esistenza coniugale fatta di “amicizie virili”. Non dubito che la sua storia possa anche essere vera — peraltro ciascuno può dichiarare quel che gli pare sul suo passato e sul suo presente, soprattutto se la vicenda che lo riguarda ha sollevato e continua a sollevare polveroni mediatici e attira, come accade in casi come questo, l’attenzione morbosa del mondo giornalistico. Mi paiono però troppo evidenti le coincidenze con le teorie freudiane: “mia madre mi ha educato come una bambina”, “non ho avuto nessun modello maschile”, “facevo sesso con gli uomini per identificarmi con loro”. Teorie che poi sono state rivisitate e hanno caratterizzato uno dei periodi più neri della storia della psicanalisi, con quelli che Mario Mieli chiamava saggiamente gli “psiconazisti”. Un giorno, guarda caso, qualcuno lascia a casa di Luca delle dispense di Joseph Nicolosi… (a chi non è mai capitato che un amico in visita dimenticasse qualcosa del genere?).

Nicolosi è il capo di un’organizzazione, il NARTH (che sta per National Association for Research and Therapy of Homosexuality, www.narth.com), che opera principalmente negli Stati Uniti e si pone come fine la cura degli omosessuali. Questa si chiama “teoria riparativa”. Il NARTH gestisce centri in cui gli omosessuali vengono ricoverati e sottoposti a una serie di “terapie” psichiatriche che li inducono a rifiutare l’omoaffettività e a “tornare” eterosessuali. Va detto, a scanso di equivoci, che l’attività del NARTH è molto contestata dalla comunità psichiatrica e che le teorie riparative sono state tutte rifiutate senza sconti dalle varie organizzazioni nazionali degli psicologi e degli psichiatri.

Vedo dietro a tutto questo molta ipocrisia.

Da una parte, non si può dire che Nicolosi e il NARTH non abbiano scheletri nell’armadio. E ne hanno di grossi. Anzitutto, i trattamenti non sono gratuiti: per curarsi dall’omosessualità, uno deve pagare fior di migliaia di dollari. Quando si convince qualcuno a curarsi da qualcosa che in realtà non può essere curato, da noi, si chiama truffa o al peggio circonvenzione d’incapace. Sono reati. Inoltre, Nicolosi ha ottenuto in più occasioni l’appoggio di esponenti della Chiesa cattolica. Un caso? No. Sfido a trovare un’altra questione che mette d’accordo vescovi e psicologi come quella delle teorie riparative.

Ma al di là di questo, va detto anche che il presidente del NARTH (che ha fondato nel 1992) era Charles Socarides, un noto psichiatra che ha studiato per molti anni l’omosessualità dopo aver scoperto che suo figlio era gay. Socarides attribuisce la causa dell’omosessualità a una presenza dominante della madre e a una carenza affettiva da parte del padre. Ed infatti credo sia morto senza essersi chiesto cosa sarebbe accaduto se fosse stato più presente nella vita del figlio. Ma vi è di più. George Rekers, prominente esponente del NARTH, è stato beccato in aeroporto a Miami, di ritorno da un viaggio a Roma, in compagnia di tale Lucien, aitante giovanotto di 19 anni noto in Internet per la sua attività di escort. “Mi serviva un facchino”, ha dichiarato, perché soffriva di mal di schiena. E chi non vorrebbe un facchino tutto per sé?

Insomma, con tutta questa ipocrisia sarebbe doveroso diffidare di dispense lasciate a casa propria da amici.

Dall’altra parte, esiste una questione giuridica dietro a tutto questo. Premesso che l’orientamento sessuale di un individuo non si può mutare (lo dice, tra le miriadi di studi, anche la rivista Aggiornamenti sociali dei Gesuiti, in un articolo del 2008 intitolato Riconoscere le coppie omosessuali? Un contributo alla discussione), ogni persona di buon senso dovrebbe rigirare la domanda e chiedersi che interesse hanno lo Stato, il diritto, la legge nell’imporre a un individuo di negare la propria omoaffettività. E’ questo il punto da cui bisogna partire. Ed è proprio perché questa domanda non trova una risposta che io vedo nelle dichiarazioni di Luca (e di chi ne ha pubblicato il contributo) non solo della malafede (Nicolosi è stato qualche mese fa a Brescia ad esporre le sue teorie) ma anche un grave pericolo: che i lettori si convincano che è possibile se non doveroso imporre un trattamento psichiatrico alle persone omosessuali; che un giovane gay o una giovane lesbica dovrebbero essere indotti a recarsi da uno specialista sin dal primo coming out (lo ricordo: questa gente si fa pagare, e pure bene!); che esiste la speranza che un ragazzo gay si sposi con una donna e magari faccia dei figli. O che un comunista si converta. Come Luca: “una volta ero omosessuale e di sinistra. Ora sono sposato”. E pure di centrodestra?

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