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Freud e la bisessualità

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2008 01:29
01/10/2008 08:28
 
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Il 23 settembre si è festeggiata in Spagna la giornata mondiale della bisessualità. La celebrazione è avvenuta nel giorno di nascita di Freud (23 settembre 1939) che, ho letto, fu il primo a teorizzare la bisessualità nell'essere umano.
Auguri a tutti i bisessuali!
[Modificato da GayAbruzzo 01/10/2008 08:29]
01/10/2008 08:38
 
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Cavolo, mi ero perso questa cosa !!!!
Grazie !



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Colui al quale i pregiudizi correnti non suonano paradossali, non ha ancora sufficientemente riflettuto.
(Friedrich Nietzsche)

Alla fine ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.
(Martin Luther King)

Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia un furfante.
(Indro Montanelli)
01/10/2008 13:44
 
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Auguri e tanta invidia, che mi sa sono gli unici a godersi davvero l'amore per il prossimo, chiunque sia.
01/10/2008 14:25
 
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Re:
Gurvaldt, 01/10/2008 13.44:

Auguri e tanta invidia, che mi sa sono gli unici a godersi davvero l'amore per il prossimo, chiunque sia.




in effetti è proprio così!
01/10/2008 16:32
 
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GayAbruzzo, 01/10/2008 8.28:

Il 23 settembre si è festeggiata in Spagna la giornata mondiale della bisessualità. La celebrazione è avvenuta nel giorno di nascita di Freud (23 settembre 1939) che, ho letto, fu il primo a teorizzare la bisessualità nell'essere umano.
Auguri a tutti i bisessuali!


sì ma da quello che sapevo io teorizzava la bisessualità di fondo di ogni essere umano ..non prorpio come genere a sé come è inteso oggi

edit: ..ma la metto come nota. Non per dire che il "genere" considerato oggi con quel termine è una cosa è corretta.
...anche qui c'è un problema di linguaggio: termini tecnici messi nelle mani della gente ..come "omosessuale" del resto
[Modificato da iakopo 01/10/2008 16:37]
12/10/2008 08:50
 
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Re:
iakopo, 01/10/2008 16.32:

GayAbruzzo, 01/10/2008 8.28:

Il 23 settembre si è festeggiata in Spagna la giornata mondiale della bisessualità. La celebrazione è avvenuta nel giorno di nascita di Freud (23 settembre 1939) che, ho letto, fu il primo a teorizzare la bisessualità nell'essere umano.
Auguri a tutti i bisessuali!


sì ma da quello che sapevo io teorizzava la bisessualità di fondo di ogni essere umano ..non prorpio come genere a sé come è inteso oggi

edit: ..ma la metto come nota. Non per dire che il "genere" considerato oggi con quel termine è una cosa è corretta.
...anche qui c'è un problema di linguaggio: termini tecnici messi nelle mani della gente ..come "omosessuale" del resto




quindi per freud siamo un po' tutti bisessuali. forse in alcuni questa componente è maggiormente accentuata e si arriva per questo alla definizione del "genere bisessuale"
14/10/2008 15:11
 
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Re:
Gurvaldt, 01/10/2008 13.44:

Auguri e tanta invidia, che mi sa sono gli unici a godersi davvero l'amore per il prossimo, chiunque sia.



Be' non so se sia giusto o meno invidiare......
Io come bisessuale trovo molte difficolta' soprattutto in ambiente etero e soprattutto se mi capita di innamorarmi di una donna etero.
Trovo sinceramente piu' apertura mentale tra gay.





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14/10/2008 15:12
 
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Re: Re:
GayAbruzzo, 01/10/2008 14.25:




in effetti è proprio così!



Infatti una delle frasi che piu' mi piace, coniata se non sbaglio da Neve_che_Vola é "liberi di amare qualsiasi persona, indipendentemente da cio' che ha in mezzo alle gambe"




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14/10/2008 17:01
 
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Re: Re:
GayAbruzzo, 12/10/2008 8.50:


quindi per freud siamo un po' tutti bisessuali. forse in alcuni questa componente è maggiormente accentuata e si arriva per questo alla definizione del "genere bisessuale"


squiz restiamo sempre lì: dipende da cosa intendiamo per bisessuale. Freud fa una teoria generale della sessualità che non è che la rachiudi in una parola. Tanto per dire, una cosa che mi colpì leggendo qualcosa di psic. fu proprio la puntualizzazione di "sessuale" che non equivale a "genitale".

Oggi si autodefinisce così o chi riesce ad "amare" indifferenziatamene o chi magari non si fa problemi di scopare con chichéssia....
ma il discorso va per il filosofico..
10/12/2008 19:50
 
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Re: Re:
gerryff, 14/10/2008 15.11:



Be' non so se sia giusto o meno invidiare......
Io come bisessuale trovo molte difficolta' soprattutto in ambiente etero e soprattutto se mi capita di innamorarmi di una donna etero.
Trovo sinceramente piu' apertura mentale tra gay.






a me capita invece il contrario, gli etero accettano più i bsx ke i gay... invece i miei amici gay mi attaccano perkè dicono ke la bsx nn esiste...
11/12/2008 06:35
 
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Re: Re: Re:
=the black snake=, 10/12/2008 19.50:




a me capita invece il contrario, gli etero accettano più i bsx ke i gay... invece i miei amici gay mi attaccano perkè dicono ke la bsx nn esiste...




è il solito luogo comune ingigantito da alcuni gay che pensano che tutti quelli che vanno con gli uomini sono comunque omosessuali.
io conosco tanti bsx che provano piacere, riuscendo persino ad amare, sia uomini che donne.
12/12/2008 09:52
 
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Re: Re: Re:
=the black snake=, 10/12/2008 19.50:




a me capita invece il contrario, gli etero accettano più i bsx ke i gay... invece i miei amici gay mi attaccano perkè dicono ke la bsx nn esiste...



C'e' gay e gay, molti, compresi quelli che hanno creato questo Forum non mi hanno mai discriminato in quanto bisex e mai pensato che fossi un "indeciso"..... poi ci sono dei gay che mi hanno riferito che si sono sentiti discriminati da altri gay perche' non erano "effemminati".

Riguardo Freud, l'ho letto tempo fa e non vorrei ricordare male, malui parla spesso del "comportamento sessuale" (etero o omo che sia) e non definisce l'omosessualita' in quanto tale.





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13/12/2008 23:49
 
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non vorrei ricordare male nemmeno io, ma mi pare che invece per l'orientamento sessualoe c'è eccome. gli omosessuali li definisce "invertiti" e, se non ricordo male, li caratterizza per il fatto di introiettare il modello del genitore dell'altro sesso e non (come sarebbe normale) il modello del genitore dello stesso sesso.
14/12/2008 21:52
 
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Re:
liberamente83, 13/12/2008 23.49:

non vorrei ricordare male nemmeno io, ma mi pare che invece per l'orientamento sessualoe c'è eccome. gli omosessuali li definisce "invertiti" e, se non ricordo male, li caratterizza per il fatto di introiettare il modello del genitore dell'altro sesso e non (come sarebbe normale) il modello del genitore dello stesso sesso.




sisi ricordo anche io perfettamente che per Freud i gay sono invertiti!
15/12/2008 10:55
 
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eh, ma lo era pure lui :P
15/12/2008 13:05
 
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Re:
liberamente83, 13/12/2008 23.49:

non vorrei ricordare male nemmeno io, ma mi pare che invece per l'orientamento sessualoe c'è eccome. gli omosessuali li definisce "invertiti" e, se non ricordo male, li caratterizza per il fatto di introiettare il modello del genitore dell'altro sesso e non (come sarebbe normale) il modello del genitore dello stesso sesso.



Forse ti riferisci al complesso di Edipo (e quello di Elettra)...
In effetti e' stato molto contestato da alcuni suoi successori (Jung).
E poi in pratica viene smentito: infatti un figlio maschio di una donna ragazza madre dovrebbe per forza essere gay secondo il suo discorso, poiche' verrebbe a mancare la gelosia nei confronti del padre e quindi l'immedesimazione in lui.





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15/12/2008 20:11
 
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ma infatti io non me la sentirei di aderire beceramente ad ogni teoria freudiana
21/12/2008 19:00
 
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Re: Re:
GayAbruzzo, 14/12/2008 21.52:


sisi ricordo anche io perfettamente che per Freud i gay sono invertiti!


[SM=x432735] daccordo che l'ha detto ma si dovrebbe vederne anche il senso però ....
da come lo dici praticamente Freud ha attribuito la parola "invertito" agli omosessuali con accezione spergiativa - negativa
...ebbene signori vediamo cosa dice Freud [SM=x432727]


da Introduzione alla Psicanalisi
Lezione 20 - LA VITA SESSUALE UMANA

Signore e Signori, si dovrebbe credere che non ci siano dubbi su ciò che si deve intendere per "sessuale". Il sessuale è innanzitutto lo sconveniente, ciò di cui non è lecito parlare. Mi è stato raccontato che gli allievi di un celebre psichiatra una volta si presero la briga di convincere il loro maestro che i sintomi degli isterici raffigurano spessissimo cose sessuali. In questo intento lo condussero al letto di un'isterica i cui attacchi imitavano inconfondibilmente il processo del parto. Egli però osservò bruscamente: "Non vedo cosa ci sia di sessuale in un parto". Giusto. Non è detto che in ogni caso un parto sia una cosa sconveniente. Noto che ve la prendete a male perché scherzo su cose così serie. Ma non è del tutto uno scherzo. Parlando seriamente, non è facile indicare in che cosa consista il concetto di "sessuale". "Tutto ciò che è connesso con la differenza tra i due sessi" sarebbe forse l'unica definizione appropriata; ma la troverete scolorita e troppo vasta. Se al centro ponete il fatto dell'atto sessuale, asserirete forse che sessuale è tutto ciò che, nell'intento di trarne piacere, ha a che fare con il corpo, specialmente con le parti genitali dell'altro sesso, e, in ultima analisi, tutto ciò che tende all'unione dei genitali e all'esecuzione dell'atto sessuale. Ma allora non siete certo molto lontani dall'equiparare ciò che è sessuale a ciò che è sconveniente, e in questo caso il parto non rientra in effetti nel sessuale. Se invece fate della funzione riproduttiva il nucleo della sessualità, correte il pericolo di escludere tutta una categoria di fatti che non mirano alla riproduzione e che tuttavia sono sicuramente sessuali, come la masturbazione o lo stesso baciare. Ma noi siamo già preparati alle difficoltà che sono connesse a ogni tentativo di definizione; tanto vale rinunciare a far meglio proprio in questo caso particolare. Possiamo presumere che nell'evoluzione del concetto di "sessuale" si sia verificato qualcosa che, secondo una felice espressione di Herbert Silberer, ha avuto come conseguenza un "errore di sovrapposizione''.

In complesso non siamo comunque privi di orientamento su ciò che gli uomini chiamano sessuale. Nella vita, per tutte le necessità pratiche, basterà intendere con ciò una certa qual combinazione di contrasto tra i sessi, conseguimento di piacere, funzione riproduttiva e sconvenienza da tenere segreta. Ma nella scienza non basta. Noi infatti, attraverso accurate indagini, rese possibili solo da un'autodisciplina animata da spirito di sacrificio, abbiamo individuato gruppi umani la cui "vita sessuale" si discosta in modo assai appariscente dal quadro medio usuale. Alcuni di questi "pervertiti" hanno per così dire cancellato dal loro programma la differenza tra i sessi. Solo il sesso uguale al loro può eccitare i desideri sessuali di costoro; l'altro sesso, e specialmente le sue parti genitali, non è per essi affatto un oggetto sessuale, e in casi estremi è oggetto di ribrezzo. Ciò implica evidentemente che essi hanno rinunciato a prender parte in un modo qualsiasi alla riproduzione. Chiamiamo queste persone omosessuali o invertiti. Sono uomini e donne, spesso anche se non sempre di educazione peraltro ineccepibile, altamente evoluti sotto il profilo intellettuale ed etico, affetti solo da quest'unica fatale deviazione. Per bocca dei loro portavoce scientifici essi si spacciano per una particolare varietà della specie umana, per un "terzo sesso" che ha tutti i diritti di essere posto sullo stesso piano degli altri due. Avremo forse occasione di esaminare criticamente le loro pretese.

Naturalmente essi non sono, come amerebbero anche affermare, una "élite" dell'umanità ma contano fra loro perlomeno tanti individui inferiori e buoni a nulla quanti ve ne sono tra le persone di natura diversa dal punto di vista sessuale. Questi pervertiti, se non altro, si comportano con il loro oggetto sessuale pressappoco come le persone normali con il proprio. Ma esiste poi una lunga serie di individui anormali, la cui attività sessuale si allontana sempre più da ciò che appare desiderabile a una persona ragionevole. Nella loro varietà e stranezza essi sono paragonabili solo ai mostri grotteschi che Pieter Bruegel ha dipinto nella tentazione di sant'Antonio, o agli dèi scomparsi e ai loro fedeli che Flaubert fa sfilare in lunga processione davanti al suo devoto penitente. Questa accozzaglia di persone richiede un qualche ordinamento, se non vogliamo uscire di senno. Li dividiamo in coloro per i quali, come nel caso degli omosessuali, è mutato l'OGGETTO sessuale, e in coloro per i quali è invece cambiata in primo luogo la META sessuale:

Appartengono al primo gruppo coloro che hanno rinunciato all'unione dei due genitali e che nell'atto sessuale sostituiscono il genitale di un membro della coppia con un'altra parte o regione del suo corpo; nel fare ciò sormontano le deficienze della disposizione organica, come pure l'impedimento dello schifo (bocca, ano, al posto della vagina). Seguono altri che si attengono ancora al genitale, ma non per le sue funzioni sessuali, bensì per altre funzioni a cui esso prende parte per ragioni anatomiche e per motivi di vicinanza. Riscontriamo in costoro come le funzioni escrementizie, che nell'educazione del bambino sono state spinte da parte come sconvenienti, rimangono in grado di attirare su di sé il pieno interesse sessuale. Esistono poi altre persone che hanno rinunciato completamente al genitale come oggetto, e che al suo posto hanno elevato a oggetto di desiderio un'altra parte del corpo: il seno femminile, il piede, la treccia.

Seguono ancora coloro per i quali anche una parte del corpo non significa nulla, mentre un indumento, una scarpa, un capo di biancheria appaga tutti i loro desideri: i feticisti. Più oltre nella processione, vengono gli individui che pur pretendendo l'intero oggetto, avanzano su di esso richieste ben determinate, strane o mostruose, persino quella che debba essere un cadavere indifeso, e che tale rendono con criminale violenza per poterne godere. Ma basta con questo genere di orrori!

Alla testa della seconda schiera si trovano i pervertiti che si sono posti, come mete dei loro desideri sessuali, ciò che normalmente è solo un atto introduttivo e preparatorio. Sono quelli che bramano contemplare e palpeggiare l'altra persona o starla a guardare nella sua intimità, o che denudano le parti del proprio corpo che dovrebbero stare nascoste nell'oscura aspettativa di venir ricompensati con una prestazione analoga.

Seguono poi i sadici, enigmatici personaggi la cui tenera aspirazione non conosce altro fine che procurare al proprio oggetto sofferenze e tormenti che possono andare da allusioni umilianti fino a gravi lesioni corporali; e come per compenso i loro opposti, i masochisti, il cui unico piacere è soffrire dall'oggetto amato ogni sorta di umiliazioni e tormenti, tanto in forma simbolica che reale. E altri ancora, nei quali si trovano riunite e si intrecciano parecchie di queste condizioni abnormi; e infine dobbiamo apprendere altresì che per ognuno di questi gruppi esistono due specie di persone: accanto a coloro che ricercano il proprio soddisfacimento sessuale nella realtà, esistono individui che si accontentano semplicemente di immaginare questo soddisfacimento, che non hanno per nulla bisogno di un oggetto reale, ma possono sostituirlo con le loro fantasie.

Non può sussistere qui il minimo dubbio che queste follie, bizzarrie e mostruosità costituiscano effettivamente l'attività sessuale di questi individui. Non solo essi stessi le concepiscono in questo modo e ne avvertono il valore di sostituzione, ma va anche detto che nella loro vita questa sostituzione svolge lo stesso ruolo che il normale soddisfacimento sessuale svolge nella nostra; per essa costoro si sottopongono ai medesimi, spesso smisurati sacrifici, ed è possibile seguire tanto nei sommi capi come nei minuti dettagli dove queste anormalità si accostano a ciò che è normale e dove ne divergono. Inoltre, non può sfuggirvi che si ritrova qui quel carattere di sconvenienza che inerisce all'attività sessuale, ma perlopiù accresciuto fino all'obbrobrio.

Ebbene, Signore e Signori, che posizione assumiamo riguardo a questi modi insoliti di soddisfacimento sessuale? Indignandoci, esprimendo la nostra personale avversione e assicurando che non condividiamo queste brame non concludiamo evidentemente nulla. Non è questo che ci viene chiesto. Si tratta, in definitiva, di un campo di fenomeni come un altro. Anche un diniego evasivo, come dire che dopo tutto sono solo rarità e curiosità, sarebbe facilmente confutabile. Si tratta, al contrario, di fenomeni molto frequenti, largamente diffusi. Se poi qualcuno ci venisse a dire che non è il caso di lasciarci confondere le idee sulla vita sessuale da questi fenomeni, perché in definitiva essi rappresentano soltanto aberrazioni e deviazioni della pulsione sessuale stessa, ebbene costui si meriterebbe che gli rispondessimo molto seriamente. Se non comprendiamo queste forme morbose della sessualità e non siamo in grado di metterle in relazione con la normale vita sessuale, non comprendiamo nemmeno la sessualità normale. In breve, non possiamo sottrarci al compito di dare una completa giustificazione teorica della possibilità delle suddette perversioni e della loro connessione con la sessualità cosiddetta normale.


[...][...]

[ conclusione della "lezione"]

Avrete certamente sentito dire, Signori, che il concetto di ciò che è sessuale subisce in psicoanalisi un ampliamento indecente, e ciò nell'intento di accreditare le tesi dell'etiologia sessuale delle nevrosi e del significato sessuale dei sintomi. Potete ora giudicare voi stessi se questo ampliamento è ingiustificato.
Abbiamo esteso il concetto di sessualità solo fino al punto da potervi inserire la vita sessuale dei pervertiti e dei bambini.
Gli abbiamo, in altri termini, restituito la sua giusta estensione
. Ciò che al di fuori della psicoanalisi viene chiamato sessualità si riferisce soltanto a una vita sessuale limitata, che è posta al servizio della riproduzione ed è descritta come normale.



[Modificato da iakopo 21/12/2008 19:06]
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