Settecento servizi per Striscia la Notizia (più o meno) e altrettanti (più o meno) quadri dipinti. Venticinque anni da pittore, 23 da trasformista. Vanno di pari passo, per Dario Ballantini, le sue due vite: da artista e da attore. Che è come dire, due facce della stessa medaglia. Infatti. Ora a consacrarlo arriva una mostra (a Milano alla Galleria Artesanterasmo, fino al 18 marzo), un catalogo (Silvana Editoriale, in libreria dal 6 marzo) e un sogno: “quello di superare i confini italiani, so che si sono interessati al mio lavoro dei galleristi di Oslo”.
Sì, perché se per Ballantini il trasformista non è altro che un lavoro (“in teoria potrebbero farmi smettere da un momento all’altro”), essere artista è una vocazione (“Nessuno può impedirmi di dipingere”). “In fondo”, dice al Tgcom, “sono entrambi modi di comunicare: da un lato lo faccio attraverso l’imitazione, dall’altra attraverso le immagini. Diciamo che in realtà, essendo io un uomo non eccessivamente espansivo, utilizzo questi due canali per esprimermi al meglio”.
Certo immaginare Ballantini riservato e timido costa uno sforzo immenso. Ma se lo dice lui che si definisce anche “un espressionista violento” c’è da credergli. Violento, ovviamente nel senso che utilizza colori forti e di grande impatto (“Non sono più cupo come lo ero all’inizio”).
Buongiorno Ballantini, grande soddisfazione per questa mostra no?
Decisamente. Sono molto contento. Ci tengo molto a farmi conoscere non solo come quello di Striscia la Notizia, ma anche come artista visto che dipingo da quando ero ragazzino.
Cosa le costa di più fare quando si tratta di quadri?
Promuovere mostre, libri e quant’altro. Non amo parlare di me. Forse è per questo che ho cominciato a dipingere.
Si può sapere quanto valgono i suoi quadri?
Certo che sì: mille euro quelli piccoli e non superano i 3 mila quelli più grandi
Parliamo del Ballantini trasformista. Cosa detesta di più di questa professione?
Che spesso la gente non si ricorda che Ballantini non è solo Valentino ma altre decine di personaggi...
E qual è secondo lei il più riuscito?
Il presidente del Senato Franco Marini che purtroppo non faccio spesso. Uno dei più azzeccati.
E quello che ormai la annoia di più?
Onestamente nessuno mi annoia. Cerco sempre di trovare nuovi stimoli in tutti quelli che interpreto.
Chi dei personaggi che imita ha un suo quadro appeso alla parete?
Le dico solo che Vasco Rossi ogni volta che ci vediamo mi dice che ne vuole comprare assolutamente uno. Però poi lui non si muove mai da casa...
La soddisfazione più grande?
Avere fatto le scenografie al tour di Ivano Fossati. Non solo perché mi piace molto ma perché mi ha dato la possibilità di dipingere in formato gigante quello che di solito dipingo nei quadri.
Mediamente quante ore ci vogliono per il trucco?
Per Valentino, Gianni Morandi e Vasco Rossi mezz’ora. Per altri come appunto Marini anche 2 ore.
Che noia. Ma a cosa pensa?
Parlo con la mia truccatrice che lavora con me da circa 5 anni. Ormai non sono più sedute di trucco e parrucco ma di psicanalisi...
E noi che immaginavamo pensasse a cosa dipingere la sera quando arriva a casa. Sti artisti eh...