home annunci stats classifica toputenti links credits registrati
9.59 21/05/2006
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

10 Febbraio: Giorno della memoria dei martiri delle Foibe

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2007 01:52
11/02/2007 01:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 146
Città: NAPOLI
Età: 32
Sesso: Maschile
UTENTE
[IMG]http://i14.tinypic.com/2z6840m.jpg[/IMG]

10 FEBBRAIO: IN RICORDO DEI MARTIRI DELLE FOIBE E DELL'ESODO DEI 350.000 ITALIANI D'ISTRIA, FIUME E DALMAZIA

Il silenzio a volte è più doloroso di qualsiasi indignazione urlata, di qualunque dichiarazione, di qualunque verità. Il silenzio sulla tragedia delle Foibe, le cavità carsiche nelle quali furono sotterrati vivi dai partigiani del Maresciallo Tito decine di migliaia di italiani, il silenzio sull’esodo dei nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a fuggire dalla ferocia e dalla pulizia etnica. Pagine tristi della nostra storia mai scritte, mai completamente metabolizzate da una Nazione che ha preferito dimenticare. Grazie a chi non ha dimenticato, però, a chi per anni ha condotto una battaglia per riportare alla luce squarci di verità, nomi, cognomi, volti, lapidi, testimonianze raccolte dal vento che ha aperto le porte sbarrate dall’omertà e dai colpevoli silenzi. Grazie a chi non ha dimenticato e grazie al Parlamento italiano, che nel 2004 ha istituito una Giornata della Memoria per la tragedia delle foibe e dell’esodo degli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia che si celebrerà ogni anno il 10 Febbraio. Una data che non servirà ad alimentare odi, perché la storia non è strumento di lotta politica; il 10 Febbraio sarà il momento per raccogliere i sussurri e le voci di quel pezzo di Italia che non c’è più, eppure così viva nella memoria dei sopravvissuti. Grazie a chi non ha dimenticato, e qualche anno fa ha scritto un libro che raccoglieva quelle voci e quei sussurri, per cominciare a raccontare nelle scuole che cosa accadde in quegli anni: quel libro si chiamava “Il Rumore del Silenzio” e sembrò un sasso lanciato nello stagno di una scuola italiana immobile e troppo innamorata delle proprie certezze. Andò subito esaurito e se ne parlò molto. Oggi viene ripubblicato, a cura del “Comitato 10 Febbraio”, per celebrare nel migliore dei modi questo primo appuntamento, raccontando fatti, elencando numeri, facendo parlare i protagonisti. Nessuno restituirà la vita a quelle voci, nessuno ripagherà con un pezzo di terra italiana, istriana, fiumana o dalmata i nostri fratelli cacciati dalle loro case. Noi proveremo a restituire loro la dignità del ricordo, perché non debbano mai più sentire attorno a loro il silenzio…

GENOCIDIO

Foibe, campi di sterminio, fosse comuni, tombe senza nomi e senza fiori, dove regna il silenzio dei vivi ed il silenzio dei morti. Migliaia di scomparsi… dalla storia che attendono giustizia e verità. Scomparvero dalle loro case, dall'affetto dei loro cari, dalla loro terra, dalla Patria che tutti amavano al di là delle diverse ideologie politiche. Insieme vittime di un disegno criminale basato sull'odio etnico e sull'ideologia marxista-leninista, che saldarono il IX Corpus e le armate titine in un'unica fratellanza con i collaborazionisti italiani, rei di essersi macchiati del sangue dei fratelli, sacrificati sull'altare di un sogno utopistico di internazionalismo emancipatore dei popoli. Tra il 25 luglio 1943 (caduta del Regime fascista) e l'8 Settembre 1943 (data della comunicazione dell'Armistizio, in effetti firmato il 3.9.1943) nelle zone del confine orientale (Friuli, Area giuliana-goriziana, Trieste, Istria e Dalmazia) i tedeschi (slavi alleati dei tedeschi e partigiani slavo- comunisti) preparano le contromosse alla prevista modifica di posizione dell’Italia nei confronti della alleanze. In quel tempo nelle aree suddette, erano presenti, con i loro interessi nazionali o internazionali marxisti, le seguenti fazioni: i rappresentanti del Regio esercito italiano (che controllavano non solo le provincie italiane di Pola, Fiume e Zara, Spalato, ma anche l’acquisita provincia slovena di Lubiana e l'intera Dalmazia), i tedeschi (che ritenevano essenziale il controllo delle vie di comunicazione con i Balcani sia dal punto di vista strategico che per il transito delle materie prime), gli sloveni (divisi tra filo-tedeschi e filo-comunisti con sfumature nazionaliste), i croati (il regno di Croazia, più o meno affiliato alla Corona d'Italia, aveva in Ante Pavelic l'espressione nazionalista, filo-tedesca, antiebrea e anti-italiana), i croati filo-comunisti (inquadrati nelle forze della Resistenza, presenti in Istria e a contatto con italiani comunisti), i serbi cetnici, le formazioni volontarie slave inquadrate nelle SS (Bosniaci, Croati, ecc.). L'area, inoltre, da sempre considerata di influenza britannica, collegava le sue mosse a rapporti stretti sia con Londra che con Mosca, attraverso le variegate componenti etnico - politiche. Questo groviglio di gruppi non si fa trovare impreparato l'8 settembre, ad eccezione degli italiani, le cui Forze armate, abbandonate a se stesse, sono preda dei tedeschi e dei partigiani.

La creazione dell'Ozak (zona d’Operazioni del Litorale adriatico) da parte dei tedeschi e la nascita della RSI (Repubblica Sociale Italiana) che riprende in mano la guida delle istituzioni civili e di polizia (carabinieri, Guardia di Finanza, Pubblica sicurezza confinaria ecc.) contribuiscono ad allontanare dalla zona la presenza iugoslava, senza riuscire ad impedire prelevamenti di persone e sparizioni, rappresaglie, deportazioni di natura etnico-politica. Le autorità del Reich (nell'ambito delle quali si distinguono due ali: quella tedesca e quella austriaca, rappresentata dal commissario Rainer e dal comandante SS Globocnick) stringono nuove alleanze appoggiando le nuove fazioni che si sono create e rafforzate nell'area (in Slovenia: Bela Garda e Domobranci - milizie armate anti -comuniste e filotedesche; in Croazia: Ustascia - milizie filo-naziste, ultra nazionaliste e permeate di mito etnico) a discapito degli interessi italiani. Tuttavia il Governo repubblicano fascista riesce a far sopravvivere la struttura amministrativa e la presenza militare attraverso reparti come la Xª Mas, il Battaglione bersaglieri "Mussolini", il reggimento alpini "Tagliamento", la Mdt (Milizia difesa territoriale), naturalmente i corpi di Polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza e Pubblica sicurezza) ed altri corpi militari e para-militari. Si rafforza anche la Resistenza italiana che però si presenta divisa in partigiani garibaldini comunisti - che dal 1944 collaboreranno totalmente con la Resistenza jugoslava rappresentata dal IX Corpus rendendosi responsabili di collaborazione nei prelevamenti di italiani, come provato dalle testimonianze dei familiari dei deportati, e di eccidi di anticomunisti (Porzus 7.2.1945); sono cioè, la parte più dura nella guerra civile (Gap) - e in partigiani osovani. Dal 1944 sono presenti nell'area forti contingenti di cosacchi, caucasici e turkmeni, inquadrati in formazioni militari tedesche ai quali era stata promessa una terra ed una patria nelle zone dell'Ozak. La presenza di numerosi militari paracadutati tra i partigiani (inglesi, americani, russi) e di incontri e missioni tra il Regno del Sud e reparti militari della RSI rendono sempre più complessa la situazione che esplode alla caduta del fronte ed al crollo della Germania. È così che il primo maggio, truppe comuniste titine entrano a Trieste e Gorizia e, aiutate dai collaborazionisti italiani, fornite di liste di proscrizione, prelevano, deportano, infoibano e detengono in campi di sterminio circa 12.000 Italiani (secondo il Cln) A Zara, erano entrate il 30.10.1944 mentre a Fiume e Pola entreranno il 3.5.1945. Il disegno di genocidio fu condotto senza distinzioni politiche razziali ed economiche o di sesso ed età; furono arrestati fascisti ed anti-fascisti (anche partigiani), cattolici ed ebrei, industriali, dipendenti privati ma anche agricoltori, pescatori, donne, vecchi, bambini, e soprattutto, i servitori dello Stato (carabinieri, poliziotti, finanzieri, militi della Guardia civica, ecc.).

CAUSA DI MORTE NELLE FOIBE

(Studio medico-legale eseguito su centoventuno infoibati, recuperati nel dopoguerra R. Nicolini e U. Villasanta, sotto l'egida dell'istituto di medicina legale e delle Assicurazioni dell'Università di Pisa. Direttore F. Domenici). ... La causa morti può essere stata:

1. proiettili d'arma da fuoco, di solito sparati al cranio;

2. precipitazione dall'alto con gli effetti che ne derivano: fratture multiple, commozione, shock traumatico grave, embolia, ecc.

3. trauma da corpo contundente (bastone, calcio di fucile, bottiglie, ecc.) o acuminato con conseguenti fratture;

4. questi diversi momenti variamente combinati, sia come cause sovrapposte, sia come concorrenti. L'effetto, cioè la morte, non deve essere stato necessariamente immediato: è ammissibile anche che, nonostante ferite e traumi, la morte sia avvenuta a distanza di tempo o per sete o per fame…

I "DESAPARECIDOS" DI FIUME

Una pagina di eroismo e di amore di Patria ancora poco nota è quella degli italiani di Fiume che preferirono la morte alla stella rossa dei comunisti jugoslavi. Dal 3 maggio 1945, per tre giorni e tre notti, le truppe del maresciallo Tito, avide di sangue, si scatenarono, con inaudita violenza, contro coloro che, da sempre, avevano dimostrato sentimenti di italianità. A Campo di Marte, a Cosala, a Tersatto, lungo le banchine del porto, in piazza Oberdan, in viale Italia, i cadaveri s’ammucchiarono e non ebbero sepoltura. Nelle carceri cittadine e negli stanzoni della vecchia Questura, nelle scuole di piazza Cambieri, centinaia di imprigionati attendevano di conoscere la propria sorte, senza che alcuno si preoccupasse di coprire le urla degli interrogati negli uffici di Polizia, adibiti a camere di tortura. Altre centinaia di uomini e donne, d'ogni ceto e d’ogni età, svanirono semplicemente nel nulla. Per sempre. Furono i "desaparecidos". Gli avversari da mettere subito a tacere vengono individuati negli autonomisti, cioè coloro che sognavano uno Stato libero; ai furibondi attacchi di stampa condotti dalla "Voce del Popolo" si accompagnò una dura persecuzione, che già nella notte fra il 3 e il 4 maggio portò all’uccisione di Matteo Blasich e Giuseppe Sincich, personaggi di primo piano del vecchio movimento zanelliano, già membri della Costituente fiumana del 1921. Assieme agli autonomisti, negli stessi giorni e poi ancora nei mesi che verranno, trovano la morte a Fiume anche alcuni esponenti del Cln ed altri membri della resistenza italiana, fra cui il noto antifascista Angelo Adam, mazziniano, reduce dal confino di Ventotene e dal lager nazista di Dachau secondo una linea di condotta che trova riscontro anche a Trieste ed a Gorizia, dove a venir
presi di mira dalla Polizia politica jugoslava, sono in particolare gli uomini del Comitato di liberazione nazionale. La scelta appare del tutto conseguente, dal momento che sul piano politico il Cln è un'organizzazione direttamente concorrenziale rispetto a quelle ufficiali, delle quali è ben in grado di contestare l'esclusiva rappresentatività degli antifascisti italiani. Pertanto, per i titini, appare come l'avversario più pericoloso, sia perché potenzialmente in grado di diventare il punto di riferimento della popolazione di sentimenti italiani, sia in quanto l'eventuale accoglimento delle sue pretese di riconoscimento, quale legittima espressione della resistenza italiana, farebbe cadere uno dei pilastri principali su cui si regge l'edificio dei poteri popolari. Ma la furia si scatenò con ferocia nei confronti degli esponenti dell'italianità cittadina. Furono subito uccisi i due senatori di Fiume, Riccardo Gigante e Icilio Bacci, e centinaia di uomini e donne, di ogni ceto e di ogni età, morirono semplicemente per il solo fatto di essere italiani. Oltre cinquecento fiumani furono impiccati, fucilati, strangolati, affogati. Altri incarcerati. Dei deportati non si seppe più nulla. Cercarono subito gli ex legionari dannunziani, gli irredentisti della prima guerra mondiale, i mutilati, gli ufficiali, i decorati e gli ex combattenti. Qualcuno morì più semplicemente per aver ammainato in piazza Dante la bandiera jugoslava. Il 16 ottobre del 1945, un ragazzo, Giuseppe Librio, diede tutti i suoi diciott'anni, pur di togliere il simbolo di una conquista dolorosa. Lo trovarono il giorno dopo, tra le rovine del molo Stocco, ucciso con diversi colpi di pistola.

FONTE

11/02/2007 01:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 146
Città: NAPOLI
Età: 32
Sesso: Maschile
UTENTE
[IMG]http://i7.tinypic.com/48ol5sj.jpg[/IMG]

"Questa mattina - dichiara in un comunicato il presidente del Comitato, Federico Blasevich - davanti a Montecitorio abbiamo distribuito con i testimonial della campagna 10Febbraio i fiocchi tricolore simbolo della giornata della memoria delle migliaia di italiani trucidati barbaramente sul confine orientale e dei 350.000 connazionali costrettiall'esilio dalle terre natie di Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla repressione dei partigiani del Maresciallo Tito. Vorremmo ricordare a tutti - aggiunge Blasevich - che la memoria rappresentata dal 10 Febbraio non è di una sola parte politica ma di tutta l'Italia, poiche' testimonia il ricordo doloroso di una pagina strappata della nostra storia."





[IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG]
[IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG]

W L'ITALIA! A MORTE I SUOI DELATORI!

[IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG][IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG]
[IMG]http://i9.tinypic.com/42jjam0.gif[/IMG]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:56. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com