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Padova: forse il primo registro italiano coppie di fatto

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2007 14:33
04/12/2006 14:36
 
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BLITZ SHOW Sono tante e diverse, sono etero e omosessuali. Alcune si fondano sull’amore giovanile, altre sull’amicizia e il reciproco sostegno in età senile. Sono le coppie di fatto, finora soggetti invisibili agli occhi delle istituzioni. Finora, perché stasera il consiglio comunale di Padova discuterà, voterà e - salvo sorprese - approverà, una mozione «a sostegno del riconoscimento di diritti alle persone che vivono in convivenze non matrimoniale». La dizione è farraginosa, l’obiettivo trasparente: impegnare l’amministrazione ad allestire l’anagrafe delle coppie di fatto, riconoscendo loro lo status di «famiglia basata su legami affettivi».

La novità non è di poco conto, soprattutto per i riflessi simbolici che superano, di gran lunga, le conseguenze concrete di un provvedimento comunale che, per sua stessa natura, non può certo riformare la legislazione nazionale in materia. Alle 19, la mozione sarà illustrata all’assemblea di Palazzo Moroni dal suo artefice, Alessandro Zan, consigliere diessino e presidente dell’Arcigay veneta: «L’approvazione di questo documento è molto importante», commenta «perché non c’è ancora stata in Italia una presa di posizione ufficiale da parte di una giunta o di un consiglio sul riconoscimento delle coppie di fatto». Gli fa eco Arcigay, che definisce Padova «un laboratorio politico del paese», capace cioè di raccogliere il consenso dell’intera maggioranza di centrosinistra su un tema così delicato.

Certo non è stata una gestazione indolore. L’accordo ulivista intorno a questa mozione - che sollecita il Parlamento ad affrontare il tema ben più lacerante del riconoscimento giudirico di diritti, doveri e facoltà alle persone che compongono le unioni di fatto - ha richiesto una lunga ed estenuante mediazione tra le componenti che sostengono la maggioranza di Flavio Zanonato, con gli esponenti cattolici della Margherita sensibili alla salvaguardia della famiglia tradizionale sollecitata dal magistero ecclesiale.

Più volte, nei negoziati intorno alla mozione, è stata sfiorata la rottura. E il documento finale, che sarà posto in votazione oggi, rappresenta una versione molto annacquata rispetto all’originale, pur mantenendo l’apertura «strategica» alle coppie di fatto. Per strappare il sì ai centristi, Zan e compagni hanno riesumato addirittura lo spirito di una legge del 1954, la n. 1228 del 24 dicembre: «Agli effetti anagrafici», recita l’articolo 4 «per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora nello stesso comune». Un’ampia finestra, sì, che il centrodestra (con qualche eccezione “liberal” di carattere individuale) giudica nient’altro che un grimaldello della lobby omosessuale per erodere la legittimità della famiglia etero. Sulla carta, i voti per approvare la mozione Zan ci sono. Il giorno del giudizio è arrivato.
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