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Ruggieri tra "Amore e guerra"

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2005 19:42
14/10/2005 15:02
 
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E’ bello, dopo venti album e venticinque anni di carriera, avere ancora la voglia di stupire. E non di stupire gli altri, ma di stupire se stessi. Così l’ultimo album di Enrico Ruggeri, Amore e Guerra, si rivela una sorpresa per l’autore stesso, una sorpresa fatta di musica, amicizia e, perché no, magari di una seconda giovinezza.
Forse sono i cambiamenti nella vita privata, in questo caso la nascita del suo secondo bambino e la morte della madre, a dare agli artisti nuovi stimoli e ad aprire nuovi orizzonti musicali. Tant’è che questo album, di undici brani più una traccia di un vecchio lavoro rivisitata con un diverso arrangiamento (il fantasista), risulta un lavoro completo e variegato, che si muove fra il vecchio e il nuovo Ruggeri, che sfiora la vita privata dell’artista, con il brano “Quando sogno non ho età” in cui nel volo onirico l’artista rivede la propria madre (“perfino tu che mi hai lasciato solo a chiedere di te ritorni qui, rinasci in me”),e analizza la società contemporanea e passata. “Trash”, uno dei brani più riuscisti che si avvicina ai tempi dei decibel, si scaglia contro il vuoto della televisione e di certe famiglie, nelle quali i figli vengono abbandonati a sé stessi (“nella casa la bambina si sentiva irrimediabilmente sola, perfino con la bambola e con la filippina non scambiava una parola”) e gli unici riferimenti a cui guardare e ai quali ispirarsi sono quelli delle fiction e delle pubblicità (“da tutte quelle vite che vedeva e che voleva non aveva più difesa”). In “Paisà” Ruggeri canta l’Italia appena liberata dal regime per mano americana, l’Italia pronta a cambiare il colore della divisa, così bisognosa di un salvatore, di un padrone, da saper accogliere il vecchio nemico come il primo degli amici (“vivere e poi bere la bevanda fredda e scura, che pizzica nel naso e fa passare la paura e l’ordine ha cambiato la divisa, già bacia la tua mano il popolo italiano”) rimanendo, però, sempre vittima delle proprie miserie e povertà (“birra, sigarette e cioccolato paisà e la città vi aspetta con ardore, i nostri piccoli sono agli sgoccioli…la libertà che bella cosa ma dentro casa non si mangia più”) il tutto sopra un ritmo allegro e pizzicato che invita alla danza.

La grande capacità di cogliere il lato poetico di ogni singola vita guida la composizione dei brani “L’uomo dei traslochi” e “Il romantico aviatore”. Il primo tratteggia l’esistenza di chi è abituato a vedere cambiare le vite degli altri e lo fa in modo silenzioso, come da dietro un sipario, senza interferire ma fornendo il proprio fondamentale contributo. Il secondo, invece, parla di colui che vive di ricordi ma non ne è vissuto, che pensa al presente, preferendolo al futuro, dal momento che quello che siamo è il frutto di quello che siamo stati (“e tutta la mia vita è stata l’occasione per comprendermi, per conoscermi e capire”). Un uomo in pace con se stesso e con i fantasmi della sua vita, sorretto da un ritmo avvolgente e sudamericano.

Non poteva, però, mancare il tema dell’amore, che viene raccontato partendo da due punti antitetici fra loro: quelli della prima volta e di un perduto amore ancora capace di far battere il cuore. Ne “La prima volta”, forse il brano più riuscito, si celebra quel momento unico che tutti noi abbiamo vissuto e che rimarrà indelebile nelle nostre memorie, tramite la storia di due ragazzi all’inizio spaventati e imbarazzati ma poi consapevoli più che mai dell’atto meraviglioso che stanno vivendo (“i ragazzi sono in cielo e non sanno più fermarsi e in qualunque cielo andranno non potranno mai scordarsi della luce intermittente che regala il primo amore, delicata come un fiore”). In “Perduto amore” c’è il Ruggeri più dolce che, tracciando un personale bilancio, promette una nuova vita alla sua compagna, fatta di limiti da superare, di sentimenti da vivere insieme per non lasciarsi più.

Tutto l’album si fregia dello stupendo lavoro di Luigi Schiavone alle chitarre che, pur tralasciando gli assoli che lo hanno contraddistinto nella sua carriera, lascia un segno indelebile in gran parte dei brani e delle stupende partiture d’archi scritte dalla bravissima Andrea Mirò.
Da segnalare, nella versione cartonata in edizione limitata, un originale dvd in cui sono proposte, oltre a due brani live, un’intervista a tutta la band e una clip con i tre goal segnati da Ruggeri al Meazza di Milano durante una partita della nazionale cantanti, sotto gli occhi stupiti di Diego Maradona. La clip si intitola “Chi è il vero fantasista?”.
E’ proprio vero che l’autore di Peter Pan è un artista che non ha età, fuori dagli schemi e dalle regole della discografia italiana.
14/10/2005 19:42
 
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non mi piace, non penso che lo comprerò!



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