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La riscossa dei gay passa attravero la tv!

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2005 11:24
12/09/2005 11:24
 
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Se la politica e la morale teocon rendono sempre più complicata la vita dei gay americani, la televisione li incorona re: i telefilm più premiati, seguiti e distribuiti ai quattro angoli del globo sono scritti da autori americani dichiaratamente gay.

Un esempio per tutti le Desperate housewives (le "casalinghe disperate" in onda da oggi in prima serata su Raidue) il cui ideatore, Marc Cherry, non ha avuto alcun problema a rivelare le sue preferenze sessuali: "Sono convinto che il fatto di essere gay mi abbia aiutato moltissimo nel mio lavoro - ha dichiarato qualche tempo fa a un settimanale - L'omosessualità è una condizione che ti porta a vivere all'interno di confini ben precisi, e quando scriviamo le nostre sceneggiature c'è una gran voglia di rompere gli steccati e descrivere comportamenti estremi".


Una valvola di sfogo quindi, ricca anche di riferimenti autobiografici: in una delle puntate del serial trasmessa qualche settimana fa negli Usa, il figlio di una delle protagoniste viene sorpreso a baciare un suo amico. La madre reagisce dicendogli che lo amerebbe anche se fosse un assassino, la stessa risposta che la signora Cherry diede al figlio quando le rivelò che per lui l'altra metà della mela erano i suoi colleghi maschi.

Il 18 di questo mese verranno assegnati gli Emmy, il premio che per la televisione equivale agli Oscar: le "casalinghe" sono in competizione con la bellezza di quindici nomination e le previsioni sono quelle di bissare il successo ottenuto ai Gloden Globe qualche mese fa quando si aggiudicarono i premi più importanti.

Un illustre precedente era stato "Sex and the city" creato da Darren Star, anche lui gay, anche in questo caso un successo mondiale premiato con una pioggia di riconoscimenti. Secondo Alan Ball, premio Oscar per la sceneggiatura di "American Beauty" e autore di "Six feet under", black comedy ambientata in un'impresa di pompe funebri andata in onda su Italia Uno (sette Emmy e due Golden Globe) "una delle ragioni per cui i personaggi femminili creati da autori omo funzionano così bene è duplice e dipende sia dal fatto che un gay riesce a guardare le donne come persone al di là dell'appartenenza sessuale, e sia perché quando osserva un uomo etero lo fa con lo sguardo di una donna cogliendone tutte le follie comportamentali".

Cherry, Ball, Star sono solo la punta di diamante perché a loro vanno aggiunti Ilene Chaiken di L-World (in onda su Fox), Ryan Murphy di Nip/Tuck (Italia Uno) e Max Mutchnick di Will & Grace (sempre Italia Uno) il cui protagonista maschile è gay. Perché se l'omosessualità inizialmente era relegata al dietro le quinte dei telefilm nelle vite degli autori, ora ha fatto il suo ingresso anche nei plot delle storie per dire che gay è bello: Homer Simpson della fortunata serie di cartoni animati in una delle ultime puntate trasmesse in America ha celebrato come giudice di pace il matrimonio lesbico di Patty Bouvier, la sorella ciminiera di sua moglie Marge. E in uno degli ultimi appuntamenti americani di "The O. C." Marissa Cooper ha iniziato a esplorare il suo lato lesbico. E che dire del bacio che Buffy la Vampira - alias Sarah Michelle Gellar - stampa sulla bocca di un'amica nella stagione di chiusura?

"E' finalmente un modo per rompere le ipocrisie e cominciare a parlare di qualcosa che esiste da sempre", ha commentato Mutchnick, "per andare avanti e rompere le barriere dobbiamo dire la verità e mostrare le cose per quello che sono".

In Italia un segnale è arrivato dalla Mostra del Cinema di Venezia da poco conclusa dove ha vinto "Brokeback mountain", storia di due cowboy omosessuali, selezionato dagli organizzatori insieme ad altri quattro titoli con tematiche omosessuali tra cui "Mater natura". Per ora comunque le soddisfazioni maggiori vengono dal piccolo schermo, perché la rivincita dei gay americani sembra passare attraverso il tubo catodico.



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