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Gay rifiutato per la donazione di sangue

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2005 14:16
03/09/2005 09:51
 
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Se volete donare il sangue e siete omosessuali, badate bene: potreste essere scartati. "In Italia non si può". Anzi sì, ma dipende dai punti di vista (del medico). In pratica: non è che la legge lo vieti - un tempo era così, oggi non più - al contrario. E' che può succedere che qualcuno vi dica "no, se lei è gay allora niente prelievo". Proprio questo si è sentito rispondere, al Policlinico di Milano, Paolo Pedote, 39 anni, alla sua prima, mancata, donazione di sangue. E' il 16 agosto.

Pedote, che - ironizza - "nonostante l'omosessualità" è sano come un pesce, vede in giro uno slogan pubblicitario: "Se hai sangue nelle vene, dimostralo!". E' lo spot scelto dal Policlinico per incentivare la donazione. "Donare il sangue - si legge - è un gesto di altruismo e di responsabilità civile. Basta avere tra i 18 e i 60 anni, un peso superiore ai 50 kg, un buono stato di salute e avere fatto una colazione leggera...". "Ma soprattutto - aggiunge Paolo con un sorriso amaro - è indispensabile non essere omosessuali".

Lui di sangue nelle vene ne ha da vendere. E non può certo immaginare che i suoi gusti sessuali siano, per i medici, una discriminante. Così si presenta al Policlinico. Reparto trasfusioni e immunologia dei trapianti. "Alla reception - racconta - ti chiedono di leggere un modulo sul quale è indicato tutto ciò che presuppone la sospensione temporanea o definitiva dalla donazione: dai vaccini agli antibiotici, dai tatuaggi all'assunzione di droghe leggere; fino alle malattie infettive, sifilide, Aids, epatite".

Poi il punto più importante: "I rapporti sessuali, anche protetti, con persone a rischio, prevedono la sospensione permanente". "Giusto - dice Paolo - la discriminante infatti deve essere questa, i rapporti a rischio, di qualsiasi tipo. Non l'omosessualità". Che infatti, nel vademecum, non viene mai menzionata.

Il veto per chi ha rapporti omosessuali (maggio '91, decreto dell'allora ministro alla Sanità De Lorenzo) è stato abolito (nel 2000 dal governo Amato) dopo anni di lotte gay. Ma tant'è. "Avendo escluso tutti i motivi elencati - continua - mi sento del tutto idoneo come donatore. La dottoressa Elena Coluccio mi sottopone a una visita medica. Inizia una serie di domande considerate di routine per i neofiti della donazione. Lavoro, stile di vita, biografia sanitaria, via via fino alla mia vita sessuale: mi chiede se ho rapporti con una partner fissa o con partner femminili occasionali non protetti. Rispondo di no, i miei rapporti sono sempre protetti e mai a rischio, ma aggiungo che i miei partner non sono donne ma uomini perché sono gay".

Sul volto della dottoressa c'è un misto di panico e imbarazzo: "Allora, il problema è questo - mi dice - So che la legge permette anche agli omosessuali di donare il sangue, ma noi come nostra politica interna del Centro abbiamo deciso di non accettarli". Pedote reagisce indignandosi. "Lei mi porta dal dottor Maurizio Marconi. Il quale, dopo una cordiale stretta di mano, mi spiega il problema: "Io applico le leggi dello Stato"".

Segue contraddittorio sulle leggi dello Stato. "Mi dice: "Non è il suo orientamento sessuale a escluderla dalla donazione. Il punto è che i rapporti gay tra maschi sono sempre a rischio". Solo quelli. Infatti le lesbiche, mi spiega, vengono accettate. E comunque, conclude, "qui si fa così. Ognuno sceglie secondo coscienza. Mi dispiace". E se ne va". La direzione sanitaria, interpellata, rifiuta di commentare quanto accaduto.

Paolo Pedote esce umiliato e amareggiato dall'ospedale. Dice di non essersi mai sentito così offeso. Per di più, in barba alla legge. "Ma non mi arrendo, io il sangue voglio donarlo. E le norme me lo consentono". Piccolo particolare: di mestiere Paolo fa lo scrittore (collabora con la rivista Pride). Il suo ultimo libro si intitola "Omofobia". Ma questo i medici non potevano saperlo.



03/09/2005 09:53
 
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In sostanza fino a qualche anno fa la legge vietava espressamente ai gay di donare il sangue.
Da poco però la norma p stata giustamente cambiata.
Sono esclusi dalla donazione TUTTI COLORO CHE HANNO COMPORTAMENTI SESSUALI A RISCHIO (etero, gay, bsx, transex..) indipendentemente dalle loro preferenze sessuali.
In questo ospedale, il Policlinico di Milano di fatto si applica la vecchia normativa: i gay, in quanto tali e indipendentemente dal loro effettivo stato di salute e dal fatto che abbiano o meno comportamenti sessuali a rischio, sono esclusi dalla donazione.
Che bella politica [SM=x432719]



03/09/2005 10:04
 
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[SM=x432719] [SM=x432719] che schifo queste discriminazioni!



MOD. di SESSO



03/09/2005 11:29
 
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maro' se leggi la criteria per dare donare sangue qui negli States e spaventoso[SM=x432755]

Nn chiedono mai se sei Gay o se frequenti persone Gay .. ma e scritto fra le righe penso

NY BLOOD BANK
03/09/2005 12:48
 
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[SM=x432719]
03/09/2005 14:40
 
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Re:
Il ministro alla Salute annuncia un'inchiesta e minaccia sanzioni. L'onorevole Ds Franco Grillini ha presentato un'interrogazione parlamentare mentre il presidente dell'ArciGay di Roma svela altri casi simili a Latina e Viterbo. Lo scandalo del gay respinto dal reparto trasfusioni del Policlinico di Milano ha smosso un vespaio.

Paolo Pedone, 39 anni, alla sua prima, mancata, donazione di sangue ha denunciato proprio a Repubblica che il 16 agosto è stato respinto dal responsabile del reparto trasfusioni e immunologia dei trapianti perchè è un omosessuale: "Ho risposto ad una richieta dell'ospedale. Alla reception ho compilato un modulo. Domande sul mio stato di salute: se ho l'epatite, l'Aids o assumo droghe. C'era pure scritto: I rapporti sessuali, anche protetti, con persone a rischio, prevedono la sospensione permanente. E io ho ammesso di essere un omosessuale. Quindi, mi hanno risposto, niente donazione del sangue".

Il veto per chi ha rapporti omosessuali era contenuto in un decreto firmato dall'allora ministro alla Sanità De Lorenzo nel maggio '91, ma è stato poi abolito cinque anni fa dal governo Amato dopo anni di lotte gay.

Il Policlinico si difende. "Il Policlinico ha il dovere di proteggere i pazienti che ricevono il sangue e, dunque, da sempre, assume le sue decisioni ispirandole ad un forte criterio di prudenza". Paolo Rebulla, responsabile del Centro Trasfusionale dell'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano precisa che "la definizione di rischioè, sì, affidata a parametri oggettivi, ma è integrata dalla valutazione discrezionale del medico. Nel caso che è attualmente oggetto di valutazione, permangono alcuni elementi relativi al rischio del partner".

Inchiesta del ministero. Il ministro della Salute, Francesco Storace, ha disposto l'apertura di un'inchiesta: "Quanto accaduto al Policlinico di Milano - ha detto il ministro - è inaccettabile e potrebbe configurare l'esistenza di un reato. Sarà un'inchiesta finalizzata ad accertare responsabilità amministrative, ovvero segnalare comportamenti sanzionabili dal punto di vista penale, alla Direzione Generale della Prevenzione del Ministero in collaborazione con la Direzione della Ricerca, a cui è demandata la vigilanza sugli Istituti scientifici di cura".

"Discriminazioni a Latina e Viterbo". "Nel Lazio ci sono ancora ospedali che discriminano i gay, quando si tratta di donare il sangue. Abbiamo ricevuto segnalazioni da Viterbo e Latina: in provincia è più facile trovarsi di fronte a comportamenti omofobi. Complice una cattiva formazione, alcuni camici bianchi ritengono che gli omosessuali siano una categoria a rischio". L'Arci Gay di Roma ha intenzione di avviare un monitoraggio nei principali ospedali del Lazio, per verificare l'attuazione del decreto Veronesi che ha tolto gli omosessuali dalle cosiddette "categorie a rischio".



12/09/2005 10:29
 
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I donatori di sangue gay in Veneto sono ben accetti
I donatori di sangue gay nel Veneto sono bene accetti, anzi. Tiene a sottolinearlo il presidente della Regione, Giancarlo Galan, che ha voluto intervenire, oggi a Padova, sulla recente polemica visto che la Regione è responsabile di tutte le strutture sanitarie del suo territorio. Galan si è riferito all'episodio del medico milanese che, nei giorni scorsi, aveva rifiutato una donazione di sangue da un omosessuale, e anche all'iniziativa di alcuni giovani dell'Arcigay di Padova che, ieri, si sono presentati a donare il sangue e sono stati regolarmente accolti dai medici.

"In linea con le tradizioni di ospitalità e tolleranza che ci contraddistinguono - ha detto Galan - il Veneto è giudicata la regione in cui i gay trovano meno difficoltà che altrove. Io rivolgo a tutti gli omosessuali italiani l'invito a venire nel Veneto a fare i prelievi del sangue. Nessuno opporrà loro una minima prova di difficoltà, di intolleranza. Noi abbiamo molto bisogno di sangue, se vengono nel Veneto siamo contenti. Qui c'è un clima di totale tolleranza, anzi questo termine mi dà fastidio perchè accettare i gay dovrebbero essere assolutamente scontato".



12/09/2005 14:16
 
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Re: I donatori di sangue gay in Veneto sono ben accetti

Scritto da: GayAbruzzo 12/09/2005 10.29
Qui c'è un clima di totale tolleranza, anzi questo termine mi dà fastidio perchè accettare i gay dovrebbero essere assolutamente scontato".


sagge parole!! [SM=x432718]

Magari la pensassero tutti come lui [SM=x432732]



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