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Francesco De Gregori

Ultimo Aggiornamento: 21/04/2006 16:10
14/03/2006 16:28
 
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De Gregori e l'inclita dea
Francesco De Gregori con eleganza e discrezione si affaccia a fine febbraio con un album dal passo felpato; il titolo Calypsos ha un sottotitolo dalla dolce allitterazione, 'nove canzoni nuove'

L'apertura in questa nuova opera del Principe è la più intima che lui abbia mai fatto, bisogna chiudere la porta dietro, in silenzio donare la giusta attenzione e il gesto verrà ricambiato con un pianoforte, la voce e la poesia di Cardiologia. Brano che sfacciatamente segna il profilo dell'amore senza logorarlo e dissanguarlo, e senza quasi nominarlo. La canzone merita l'acquisto dell'intero album. Scarna la copertina (che ricorda l'ultimo Lucio Battisti), scarni sono anche gli arrangiamenti, suoni prevalentemente acustici, atmosfere calde e confidenziali, armonie del passato.

Un animale domestico questo album (registrato nella sua casa in Umbria), si avvicina ad Alice Non Lo Sa , a Viva l'Italia, prudente, ma si avvicina. La Casa sembra musica per un'antica giostra equestre, una canzone sulla fragilità, sull'ineluttabile e le emozioni. C'è un filo che lega ogni brano, anche se passa per i Carabi, il filo s'intreccia sulla stessa cristallina consapevolezza della caducità, con un sorriso, questa volta, L'angelo di De Gregori passa "e dice sono venuto a prendere e non a rubare e dice non devi piangere e non ti devi spaventare". E dal cielo si passa al mare, In Onda , un viaggio, giocato sul significante e il significato delle parole, la musica è un tappeto che richiama il movimento delle onde, le immagini di tempeste, di nemici sulle sponde, di moli, De Gregori canta l'abbandono e la temporaneità. Mayday, un rock alla Tom Petty cantato alla Mark Knopfler, spezza la quiete rispetto a tutti i brani presenti, ma continua a tenere vivo quel senso di genuinità, soprattutto nella fine strumentale. Uno sguardo pieno d'amore Per Le Strade Di Roma, springsteeniana, "quando la notte scende e il buio diventa brina e uomini e animali cambiano zona", lo sguardo sorvola la città e scivola su persone e cose. "Dimmelo adesso dimmelo ora dove posso lasciare il vestito come posso asciugare la pioggia che bagna il tappeto" L'amore Comunque, sempre lo stesso sentimento, sempre cantato e sempre con pudore, come fosse l'unica religione professata o che valga la pena di seguire.
Poi come una nuova mattina si affaccia il pezzo di chiusura, un divertissement per alleggerire e salutare, Tre Stelle chiude quest'opera di Francesco De Gregori, Calypsos, la ninfa che s'innamorò di Ulisse. Calipso è un sentimento che tenta e che seduce "e in te né morte può, né vecchiezza".
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