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CAGLIARI - Notificato avviso di garanzia al Professor Pietro Melis. La Digos della Questura di Cagliari, in esecuzione dell'ordinanza emessa dal sostituto Procuratore della Repubblica Danilo Tronci, ha sequestrato le 165 copie del libro “che scotta di razzismo”. Il testo si trovava negli annali della facoltà. L'ordinanza si estende a tutto il territorio nazionale.
Pietro Melis. Un semplice professore universitario della provincia cagliaritana. Docente ordinario di Storia della Filosofia nella facoltà di Scienze della Formazione. "Personaggio eccentrico" lo definiscono quanti hanno avuto la possibilità di conoscerlo. D'improvviso balza agli onori della cronaca nazionale per un libro. “Scontro tra cultura e metacultura scientifica: l'Occidente e il diritto naturale". All'apparenza un titolo che non desta alcun interesse particolare. La solita “barba filosofica”, potrebbe obiettare qualcuno. È sufficiente sfogliare alcune pagine per capire che fra le righe del testo c'è molto di più.
Scrive: “è giusto dichiararsi antisemiti nei riguardi degli ebrei credenti, né ci si può dolere del fatto che questi siano finiti nelle camere a gas naziste”. Per la sua strana logica, una conseguenza “naturale” all'usanza ebraica di macellare gli animali senza anestesia. Una sintesi puntuale di “idee antisemite” ed “istigazione all'odio razziale”. Il simpatico “settantenne” ha pensato bene di spedire il “manoscritto” al rabbino capo di Roma.
Infuriano le polemiche. L'intera opinione pubblica è sdegnata. Il professore è indagato per il reato di discriminazione razziale, in base a quanto previsto dalla legge del 13 ottobre 1975, n. 654. Nessuna ancora di salvataggio in mare. È improbabile, oltre che improponibile, pensare che il documento sia interpretabile come una “formula” della libertà di espressione. Intanto del Pietro Melis si continua a parlare e discutere. Magari è riuscito nell'intento di ottenere alcuni attimi di celebrità.