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Pino Daniele

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2006 09:33
13/10/2005 10:12
 
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All'Iguana Café si suona ancora come si faceva una volta, col sudore dell'anima e con il cuore che canta poesia popolare. Pino Daniele torna a esibirsi nel suo club preferito, nel quale si può concedere il lusso di essere il più importante musicista pop napoletano moderno e al tempo stesso di rileggere con totale libertà artistica tutto il resto della musica che gli sta a cuore. Fonde la melodia italiana, il blues e il mondo latino con una serenità e un'efficacia che affascinano.
Prodotto dallo stesso Daniele e arrangiato assieme a Gianluca Podio, Iguana Cafè è un lavoro che può piacere al primo impatto, ma è anche e soprattutto un disco che va gustato dopo ripetuti ascolti. L'obiettivo di partenza probabilmente non è quella voglia di sperimentazione che ha accompagnato Daniele in tante fasi del suo percorso artistico; piuttosto quella di realizzare un prodotto sincero, di altissima qualità, che in quanto tale sia in contrasto con molta della musica in circolazione. Un modo come un altro di lottare.

Col supporto di amici fidati che rappresentano il passato, il presente e probabilmente anche un po' di futuro della sua musica, Daniele ha costruito un flusso sonoro appassionato, dove il piacere stesso della musica, anche quando sostenuto da semplici parole d'amore, è di per sé salvifico. Nana Vasconcelos, Karl Potter, Fabio Massimo Colasanti e appunto l'immancabile Gianluca Podio, sono perfettamente funzionali nella creazione di un percorso sonoro acustico dove nulla è fuori posto.

C'è un pizzico di ironia (Narcisista in Amore), la passione sensuale (Maria) e soprattutto la voglia di serenità, di cose magari antiche ma vere (la Patricia di Perez Prado). Le melodie sono eccellenti e le esecuzioni impeccabili (Melody). A tratti la poesia aerea dei vecchi tempi arriva a sfrondare l'omogeneità del suono bluesy, come nella suggestiva Promesse da marinaio o nell'intensa Voci Sospese, dove è il quartetto d'archi Amit a sostenere l'unica riflessione apertamente sociale del disco.

E non manca un ritorno alla poesia in lingua napoletana in Serenata a fronne 'e limone; assieme all'affettuosa rilettura di 'O Sole Mio in lingua inglese, si rivela un'utile lente d'ingrandimento per osservare di nuovo lo spirito del Pino Daniele delle origini. Le parole e il canto ancora una volta si rivelano un punto di forza, ma è soprattutto il mood del disco a essere vincente, di spirito internazionale senza mai essere artefatto.

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