Spregiudicata, graffiante, commovente. Gianna Nannini infiamma l’Auditorium di Roma alla fine di un tour che ha registrato il sold out per tutte le date in calendario.
Jeans, camicia bianca e giacca di velluto viola. Così Gianna Nannini si presenta sul palco dell’Auditorium di Roma alla fine di un tour che ha registrato il sold out per tutte le date in calendario (la chiusura sarà il 25 e il 26 marzo al Teatro Smeraldo di Milano). 51 anni e non sentirli, e quasi non averli. Sembra un’amazzone, con quell’asta del microfono rivolta al pubblico che rimane seduto solo per i primi 5 minuti. Il tempo di scaldarsi con le prime canzoni, tratte dall’ultimo fortunato album Grazie, e poi via la giacca e su la chitarra acustica per intonare Sei nell’anima, il fenomeno radiofonico del momento, già disco di platino a soli due mesi dall’uscita.
Un coro unanime accompagna la coinvolgente rivelazione che impregna di sentimento tutto il testo della canzone, quasi la confessione di una donna graffiante e tenera allo stesso tempo, e un urlo all’infinito condito si sonorità acustiche, così congeniali all’ultima Nannini, quella di Perle per intenderci. Sul palco la cantante smania, dirige musica e gestualità corporale, invita i bodyguard a lasciare avanzare il pubblico che scalpita, già in piedi ai lati del palco. Con Fotoromanza e Scandalo si rompono le righe, è inevitabile. Ed eccoli lì ai suoi piedi, i fan che Gianna ama guardare negli occhi, ammiccando ad ogni frase più azzardata, e come non trovarne una in ogni testo della cantautrice che alle buone maniere non ci ha mai abituato.
Cala un sipario virtuale sulla scena infuocata e, dopo qualche minuto egregiamente riempito dalla performance pianistica di Christian Lohr, la rockstar è di nuovo al centro del palco e, al posto della camicia bianca, indossa una maglietta dello stesso colore, sblusata sui jeans, morbida e sensuale. E’ la volta di Ragazzo dell’Europa, interpretata a fiato spezzato dall’emozione culminante in un duetto al pianoforte con il virtuoso Lohr. L’implosione intimistica continua con la performance piano-violoncello eseguita insieme a Martina Marchiori, che ci consegna due bellissime poesie dell’anima quali Oh marinaio e Donne in amore, e un silenzio ad accompagnare lo spasmo emozionale della Nannini, piegata in due sul pianoforte.
Dopo il raccoglimento, di nuovo l’esplosione, la forza e la fisicità. Arriva come una folgore elettrica la triade I maschi, America e Latin Lover, e la cantante non risparmia ammiccamenti con il pubblico e complicità con il suo corpo agile e scattante. Prima a destra, sulle casse a salutare i fan in galleria, poi a sinistra per fare altrettanto e di nuovo al centro del palco, protagonista del suo trionfo. Al terzo cambio di scena, Gianna riappare in maglia rosa e giacca nera per regalarci gli ultimi battiti della serata, da Bello e impossibile a Meravigliosa creatura, e via un susseguirsi di successi che la cantante ha raccolto in 30 anni suonati di carriera. Alla fine, senza scappare, Gianna indugia sul palco con i musicisti, li prende per mano e s’inchina a ringraziare. L’ultimo gesto devoto della regina del rock italiano dall’anima sentimentale.